Le faccende occorrenti ne' piccoli dì, e la paura di non arrogere alle vostre noie per la noia ho auta, m'hanno ritenuto di no scrivervi all'usanza: ch'almeno io il dovea fare per tante ambasciate aute per questa carticciuola di Cristofano; la quale potete fare sanza timori di gabella. Increscemi che i notai pratesi sono valenti; e in queste gabelle, per vizio antico, ne sono grossi: ma non vi gravi mandarmela, se non è compiuta; e rivedrolla, bene sanza bisogno; ma caro l'arò: ch'io son certo la liberagione di Cristofano non si stese altrove che del compromesso mio e delle malleverìe mie rogate per me. Fatene come a voi pare; ma a quello volontaroso Cristofano per cortesia mandar si vorrebbe, per pace di que' mallevadori. La donna mia ritorna al mondo, ch'era già come partita. Non m'era pena, per grazia di Dio; se none ch'e figliuoli sanz'essa mi davano pur molestia: che non lascia la natura fare altrementi, perchè le madri sono l'albero della nave. Quello ch'io avesse fatto, sallo Iddio. Io so il mio cuore, che penso col vostro si sarebbe accordato. Vovene aver detto, perchè meco vi consoliate; chè già mi pare che la condannagione del giudice Iddio si soprattiene, per qualche buono priego. Stamane, che torno dal grande Santo Niccolò, sono stato con voi; e ho tempo dirvi in che: che passando da Santa Maria delle Grazie, e ricordandomi di quella si truova tanto piacevole andando a Colle, non m'è fatica ricordarvi l'onor dell'anima vostra: ma sia con patto che, per cortesia di voi, non m'avvenga come quando vi ricordava, per onore di tanta reditade quanta lasciate al Ceppo e a' poveri di Dio, faceste fare per vostro onore, come fate i grandi defichi, due grandi botti di cento some; e dicevavi starebbono bene nella casa, dai polli. Non avendovi io mai veduto, nè saputo di stalle (che assai vi vidi turbare del mio ricordo), ben m'avvidi ch'avate il capo in molte cose: e io, c'ho poco tempo star con voi, mi viene parlarvi quando posso, non quand'io debbo. Femelo dire una n'ha fatta Lionardo, in pochi dì, con due compagni; e piena di LXXII barili, o vero 62, e cominciolla d'ottobre, del miglior vino di Carmignano. Ora, tornando al proposito, se avessi mai modo che quel campo in su l'altro canto dalla Romita fosse vostro, forse in Toscana non ha più bella cosa; che nell'animo forse vi metterà Iddio di fare, di piccola spesa quando che sia, a similitudine dell'una di sopra v'ho detto; e forse la casa avete fatto sotto governo di lavoratore, servirebbe a Dio per uno buono prete, a perpetua consolazione de' Pratesi e de' contadini: che non so vedere che tanti preghi, che durarebbono quanto il mondo, non vi cavassono d'ogni purgatoro; nel cui fondo penso vi troverete col pecoraio, non per altro, che per ingratitudine e per poco conoscimento di Dio; chè eravamo nulla, e hacci fatti, e tiraci a tanta gloria, sanza niuno merito nostro. E vogliamo pure che 'l mondo vada a dirittura; e non ci ha regolo nè maestro che la faccia. Beato a voi, che siete a Prato, e non udite nè vedete qua dentro! Or non dico più: a me voglio, per be' patti, che mi perdoniate; e di questo sia mezzano il puro amore che porto all'anima vostra. E al giudicio eterno vada io, s'io volesse che altro ci s'adoperasse; ma che voi avesse occhi di cerbieri, che vede dentro dai monti, si dice, e ciò che di là vi dimora. Dite al Naldino, che co' Regolatori ho fatto quello s'è potuto: ma il modo non mi piace. Voglia una volta lasciare la reditade piena di vento, e fuggir romore de' Regolatori e isattori, e loderassene. Piero nostro vi sia raccomandato. Sa Iddio che a colei troppo coceva la morte, perch'ella si partiva sanza vedello. Io nell'animo ho fitto per voi a Pisa; che, secondo questi mercatanti, si fa la più bella terra del mondo per trafficare. E voi avete più volte donato, ch'egli starà dovunche io vorrò. Iddio entri nel cuore vostro sempre, e me non ne cacci per sua grazia. - LAPO MAZZEI, vostro servidore. vi di dicembre.