Scrivendo ieri a Checco Naldini con molta malinconia di cose io avea sentite, ch'apparecchiavano paure a ogni persona, penso il fante da Vinegia m'era già presso, che mi fe dire, come molte volte Iddio ha sollevata questa città quando ella è per peggio capitare. Egli è venuto in 42 ore: dove narra per lettere venute a' nostri Signori, che di più Consigli grandi tenuti in Vinegia questa conclusione n'è uscita, di credere e ubbidire il Papa da Pisa e la sua compagnia, e abbandonare papa Ghirigoro. La qual cosa ha sì sollevata la città nostra e le menti d'ogni vostro pari, e ancora i maggiori, in questa guerra, che più ci è grato ch'essere il Papa nostro in Roma, stando Vinegia in visibilio con l'altro, come stava. E ancor odo arete tosto meglio; e a questi Priori non pare si ragioni più d'acconciar gravezze. A' nuovi s'attende se ne tenga modo, che piaccia alle genti: ed ha finir tosto la guerra; sì che tutte vostre sustanzie non andranno in Comune. Mandovi questo fanciullo, perchè vada per l'altro ch'era in villa; e pongalo in groppa, e venganne domattina: che è ronzino di Lionardo, che per avventura è venuto da Carmignano a desinar meco, che agli otto di settembre va Podestà a Montevarchi. Vo'vi avere un poco ristorato di ieri. Guardivi Dio. - L'amico vostro. A dì 25 ogosto, domenica, a nona.