Di nuovo m'è venuto a orecchie, che 'l prete della Cannuccia è morto. Ora io v'avviso, che Piero di Bindaccio Ugorlandi, vicino di Simone ser Micheli, fe testamento o vero codicillo, per mano di non so che notaio; e lasciommi quattro padronaggi avea in quattro chiese costà; fra' quali era l'uno della chiesa della Cannuccia. E ben avvisai già ser Antonio prete or morto. L'altre erano, credo, intorno al luogo vostro, salvo il vero, in Val di Bisenzo: almeno le due. Dicovelo pertanto, che se stimassi fossono onorevoli al vostro Ceppo elle ordinate, per vostro amore, le donarei a esso; che stimo vi starebbono bene, chè non sarebbe se non principio di grandezza e bellezza d'esso. Parlatene con cui vi pare. Le carte di detti padronaggi rimasono in sacco, alla Misericordia, ove morì monna Rosa donna di Piero, che fu mia sirocchia per padre. Già me le volle dare: lasciavale pur serbare a lei. E esso Piero e i suoi sempre elessono i preti d'esse chiese; però che era antichissimo pratese. Io non ho bisogno di queste onoranze: più tosto del pane: e non so come i miei figliuoli se l'usassono in bene o in male. Guardivi Dio. In sul banco del fondaco, con la mano fredda. - LAPO MAZZEI vostro. XVII dicembre.