Carissimo come padre. Non vi scrivo spesso, chè non veggio il bisogno. Ora una cagione udirete mi sollecita ch'io il faccia, che mi parrebbe errare a non fàllo, all'amore che è tra voi e Luca e me, per grazia di Dio. Egli è vero che da uno anno adrieto, o più, Luca m'ha detto che, vedendosi venire in famiglia, esso viverebbe molto contento vedersi uno luogo gli desse del pane e del vino da famiglia; e che avendolo, esso morrebbe più volentieri, quando Iddio il volesse. Io, come debito m'è, ne sono stato sempre attento. E certamente queste cose buone e atte, come esso disiderrebbe, vengono di rado; che chi l'ha, le vuole per sè; o se pur si vendono, di fatto v'è il parente, l'amico, il cognato, che se la becca. Io vi darò un poco di segreto. Niccolò d'Andrea mi disse, non ieri l'altro, ch'esso venderebbe volentieri, per mio introdotto, due luoghi ch'egli ha allato in Paperino, con case da lavoratori; e vorrebbe che si vendesseno sanza molta mostra, o sanza molte sensarie, se si potesse. Dissi, che nulla avea per le mani; e che voi non che comperaste, ma voi vorreste non aver comperato; ma ch'io mi volea pensare, perchè spesso mi domandano: Così, areste voi a vender nulla allo Spidale, ec.? Disse, ch'era contento; e che non ne volea più che si valessono. Ora, perchè gli è, delle terre di piano di poco pregio, uno uovo mondo, detti due poderi, e sono il meglio di molti che n'hanno in colaggiù, però che sono assai alti verso Grignano, e sono nel mezza della villa fra le case, cioè in villa Paperino; che in dieci anni non s'abbatterebbe a simile possessione di non troppi danari, e utile a trovar lavoratori a gara, e non avere paura di piena; e sarebbe il pregio meno di fiorini V lo staioro, credo; e sono in punto, che non v'arebbe mai a metter piede: per queste cagioni dette, mi sono mosso. In somma, tutto ho detto con Luca: egli v'attalentava assai, se venissono a giusto pregio, ed egli avesse il modo. Ma dice che le ragioni (non intendo bene) stanno in modo fra voi e lui, ch'esso non potrebbe, se già voi non ne lo aitaste: il come, io non so bene dire; ma penso m'intendete bene voi, di tratte che dovete avere fatte, ec.. E però pensatevi un poco su; se qui fosse da darci per voi, in servigio di lui, alcuno modo. Questa cosa nasce pur ora, e penso andrà adagio: pensatevi su; e io non darò appicco di nulla a persona, nè a Niccolò nè a Luca: e Luca v'è obbediente, come sapete. Se mai ne gli venisse a orecchie di cosa io v'abbia scritta, o di vostra risposta, a ogni cosa rimarrà contento. Egli non sa della lettera; cioè, che io mi vi dica. Ben gli dissi in quella sua risposta mi fece: Per certo, io ne debbo dire o scrivere a Francesco. Parmi esso venderebbe l'uno, e amenduni. Ammannato mio v'è presso, a fossa in mezzo: e hovvi tanti amici, che di nulla potrei esser ingannato. Guardivi Dio. Se la cosa non v'andrà all'animo, metterò mano altrove, per servire Niccolò, che me l'ha imposto. - LAPO MAZZEI, notaro vostro. XI di febbraio.