Se vedeste coll'occhio le mie tribulazioni di casa, chè di quelle di fuori siete certo, m'areste molta compassione. Che se io dissi mai vero, il credo dire ora. Barzalone era in paradiso, per rispetto a me, quando non volea mangiare con voi, per esser presente quando monna Nanna mangiasse, per imboccarla. E questo è stato oltr'a un anno; ma da Pasqua in qua non uscendo mai sola una volta di stillato o di pollo pesto, con tanta morte che morte non è più scura. E appostai tempo di potere una sera abergare a Grignano per disfare, e disfeci, la vigna mia, per non avere tanto a fare in là l'anno: ed ella udendolo, non mangiò mai, se la figliuola e 'l marito, e quattro fanciulli non venissino, e così vennero, a dormire in casa; per avere l'oliosanto, se la venisse a morire in mia assenza. E ogni dì siamo in su quest'oliosanto. Pregovi preghiate Iddio mi faccia cognoscere il giudicio m'ha mandato in casa. Sanza che lo Spidalingo è tenero, e potrebbe dire: Ogni dì ser Lapo trotta a Prato! Iddio mi cavi di tante sommessioni, e sottomettami a sè solo. E tutto pongo per nulla, ove di me abbiate nicissità; e verrò cantando col cuore. E però abbiate pazienza, se no vi sono domenica. Ma starò in su l'avviso di questo mio fragello ch'io ho in casa: e tosto sarò a voi, Luca e io. Ma Luca mi parea bastasse; però che ha a rispondere in sulle ragioni del dato e auto. Le carte stanno bene, del compromesso, del lodo, della notificagione, del sindacato: ogni cosa è pieno; e se non avete auti i danari del lodo, gli avete avere da' mallevadori, per quanto e' sodarono; ove la verità dell'avere, troviate per vostre scritture s'accordi col lodo. Checco, de! dimmi a Lapo Pugliesi, ho auta sua lettera; e ser Antonio è contento a fiorini XX; e levato e posto, e' verrà: e la lettera di Lapo manderò a lui. Per faccende ho alla Condotta, no gli scrivo ora. - SER LAPO. XXI febbraio.