Non avendo lettera da Francesco a questi dì, dubito abbia cagione. Iddio l'aiuti nella sanità, e ancor se fosse altrementi. Ov'egli sia sano e sanza troppa malinconia, ditegli che per Dio si guardi con cui e dove e' parla: però che, a questi dì, a uno de' maggiori Uffici di Firenze fu rapportato, che costà e' dicea molto male del Comune e di questa cittadinanza. E perchè uno di loro è quel ch'io, udendo, intraversò la novella, e trovò modo s'entrò in altro; secondo che mi dice. E in segreto m'ha detto tanto, ch'io farei male a non fargliene qualche cosa a sapere: ma dicendolo con lui, che so che non ci ha colpa niuna, dubitarei non fargli noia alla persona; perchè se l'arrecarebbe all'animo più che non bisogna. Ma una volta, a luogo e tempo, gliene dite qualche cosa, in modo non se gli faccia più noia che s'abbia, che n'ha troppa. E per agio gli dirò tutto. Elle sono cose piccole; ma piccola aggiunta farebbe gonfiare il grosso mare. Stamane rendei a Dio uno de' due binati; il più bello e 'l migliore, al nostro parere: che benchè il cuor mi sia stato come tolto, ringrazio a Dio di renderlo, come quando risi prestandomelo. E tutto da Dio è. Cristo vi guardi. Nofri d'Andrea ha grande difetto. Ho fatte sue cose, e stamane s'è comunicato. Iddio l'aiuti, e noi. - LAPO MAZZEI vostro come figliuolo. xv ottobre.