Figliuolo carissimo. S'io potesse sapere, non così lontano com'io sono, ma da presso, le tue condizioni e la maniera del tuo vivere, d'avventura ti scriverei più spesso; e forse non ti sarei disutile parente a dirizzare te giovane al buono vivere, ch'io ho cognosciuto in mia vecchiezza, del quale i tuoi pari, come folli menati dalla volontà e da' boglienti sangui, fanno beffe. Or penso facci pur bene, e tema Iddio, e pensi morire. E però non ne dirò ora, se non per quanto ho cognosciuto che la vita de' tristi e de' peccatori cattivi è indarno. E sappi tanto che, come ora nella tenera età t'avvezzarai, te n'andrai insino a morte. Vedi se hai da pensare di pigliar buono cammino! Or non voglio mi morda, ora, e dicami ch'io predichi; chè volentieri ti ricordo, come figliuolo. E però conchiudo a quello per ch'io presi a scriverti: io ti prego, se mai dèi far cosa mi piaccia, i fatti delle rede di Falduccio ti siano raccomandati; se potessi riscuotere o tutto o parte del loro, o di quella nave o d'altro. Essi ti mandano mandato pieno, come s'usa ne' pupilli: pigliane ogni partito puoi, sì che, quando che sia, se ne faccia uno fine: piacera'ne a Dio, e a quella sua pupilla, ch'è rimasa povera; e a me, per amor di Meo c'ha avere, ne farai singulare piacere. I tuoi di qua stanno bene. Francesco e Nanni veggio spesso. Francesco vecchio e ricco ci fia tosto da Bologna. Io fo tutto 'l forte qui de' suoi fatti che portano; e perchè da lui non cerco oro nè argento, ma amore, ed e' n'è chiaro, e' m'ama sopra tutti gli amici suoi; che dai più s'è trovato gabbato. Iddio m'ha dato, che da me non fia mai. Iddio ti guardi: e rispondi; chè di più te n'ho fatte, par sia mutolo! - LAPO MAZZEI notaio, in Firenze. xxxi agosto. E quello farai per queste rede, rispondi a me prima; e io abbia a dare le lettere, sì che l'altre siano sotto la mia: dico l'altre di questa materia: or tiello a mente.