Poi ebbi scritto a Piero iersera, stanotte mi venne a memoria due cose intorno al tuo bene, oltra quelle avea detto con Piero di tuoi fatti: e lega'la nel mazzo di Francesco, perchè poco montava chi se la vedesse; e a te non dirizzava la lettera, perchè in niuno modo mi pare debba ogni volta rispondermi, chè hai da fare troppo. E io penso ti sconcia più una ne mandi altrui fuore de' traffichi tuoi, che due che siano intorno al tuo mestieri. Io ti vo dir questo, che più e più cittadini sono a piato con Francesco, che cercano se Boninsegna avea avanzato nulla, e fannogli quella ressa alle Corti, che si fa a uno cinghiale: e se e' non fosse da me e da altri bene consigliato e aitato, e' verrebbe meno. E nondimeno penso valicherà l'anno, e forse doppio, anzi che questo fatto si vegga. Ora al proposito mio, benchè e' sia naturalmente più tosto da morire e' che tu, tu puoi comprendere come andrebbono i fatti tuoi, se a te toccasse la volta prima, come è tocca a quel degli Agli, a quel da Prato, a Boninsegna, e a più suoi compagni. E potrebbe tua madre e Nanni prima morire, che questa ragione s'acconciasse; eziandio poi che Francesco fosse morto. Io penso il mio parlare ti sia malagevole a patirlo, al gusto tuo; ma tu sai pure quanto è lodato chi si leva dal tavoliere qualche posta dinanzi, e dàlla all'amico gliela porti altrove. E anche è antico e canuto proverbio: Quando la casa del vicino arde, si fanno fatti tuoi. Ora arde la ragione di Boninsegna. Francesco debbo consigliare di quello io so, o posso, nel grado suo, e te nel tuo; però lui amo come padre, te come figliuolo. E più dico; se pur Francesco morisse innanzi a te, rimarresti in travaglio da cavalli barbareschi, o d'avere a stare lungo tempo in litigio, o d'avere a rompere le stanghe: e catuno è forte cosa. Dicoti la seconda per dette cose. Che ad Armignano, che vi si va dalla Romita di Santa Trinita, vi s'è per vendere uno luogo di LVI staiora, con abituro da signore; al quale luogo non manca nulla; e arebbesi per 400 fiorini: e hannolo a fare i Frati degli Agnoli, di cui sono procuratore. Il luogo fu di Iacopo Malifici: io l'ho tutto veduto in questi dì. Risponderebbe, sanza le case da signore e orto, 8 per cento. Io te n'avviso. Costà non dèi volere sotterrarti. Iddio t'avvisi con fede. Ho tutto detto; e per dare aiuto alla consolazione a tua madre, tanto affaticata, anzi ella muoia. Iddio t'allumini del tuo bene. - SER LAPO. v di gennaio.