Al nome di Dio, ame. Fatta a dì xviij d'aprile 1393. Ricievetti vostra lettera: dite chome vi maravigliate ched io sì mi vo ramanichando di voi. È vero ched io mi ramarichai chon Ghoro lastraiuolo, e parmi avere ragione: sapete bene quanto tenpo egli è ched io vi servi' bene e tosto, e mai no mi avete fatto dare danaio niuno, avendo servitovi chom'io one e fedelemente, lasciando la bottega e la famiglia mia per servirvi; e servirei ongni ora che vi fia in piaciere, sì veramente che voi mi paghasse prima di questo lavorio ched io v'one fatto, sì chome avete scritto e fatto dire più volte. Prieghovi che vi debia piacere di farmi dare al fondacho vostro fiorini dieci d'oro, che n'ò bisongnio; e serviretimi pure de' miei che m'avete a dare, chome voi sapete, I danari ch'io vi ghieggo di fiorini dieci voglio lasciare in chassa alla mia famiglia; e di qui a otto di arrò ispacciato u' mio lavorio ch'ène di fretta: sì che fate ragione ched io vengha a dare chonpimento a quello che mi iscrivesti ched io venissi a chonpiello. Prieghovi mi rispondiate la vostra intenzione; e se volete ched io vengha, fate che mi sia dato fiorini dieci, chome è detto di sopra. Priegliovi che rispondiate quello che vi pare, si che io sappia quello che mi fare. - Per lo vostro servidore NICHOLÒ di Piero, dipintore, salute, al vostro piaciere. Idio vi guardi senpre. - Franciescho di Marcho, in Prato. N.