1395, a dì xx d'aprile. Questo dì ebbi una vostra comessione, la quale fu a me grazia di potervi servire; e per ongni tenpo sono al vostro piacere. Non so la facenda, nè quello che volete fare; ma, sichondo lo scritto, abiàno cercho e chonperato chome se avessi fatto per me. Dissi al Fattorino un'anbasciata, la quale non so se la v'à fatta. È vero che infino uguanno c'avea preghato Lodovicho Ciandonati d'un Crociffisso per porre in Santa Maria sopra Porto, e noi gl'avavamo ragonato di quello ch'è in Santa Croce: e poi avenne che i ragonamenti non furono più, pel fatto delle Prestanze. Venne govedì, e domandavami di questo Crociffisso: e io gli rispuosi, che voi l'avevate conperato: ma nodimeno io lo saperei da voi più di ghiaro, perché voi istavavate intra due di volerlo; si ch'io no gli volli dare altra fermeza, perché i' ò più charo che voi abiate la buona derata voi, che lui; inperò ch'io chonoscho i' lavorio. Se vi pare di mandarmi a dire se voi lo volete o no, inperò che volea andare a Santa Croce a chonperallo, se non ch'io gli dissi per quel modo. Apresso, arei gran bisogno del vostro ronzino per venire un pocho infino a Prato per fatto di quella Chapella ch'è nella Pieve, la quale ène a lato a la Chapella magore, che l'ufica ser Filippo chapellano, che arebono gra' voglia che noi vi venisimo per rachordassi chon esso noi, e ànno fatto dircelo a' Lettore di Santo Francescho più volte: e alotta potrete diliberarvi meglio del Crociffisso e de l'altre chosse che voi vorete ch'io faccia; e vedremo la loggia, chome la istà, e daremo ordine quando voremo rachoncarla. E di questo fatto voglio che siate preghato di parlare chon ser Filippo chapelano di questa Chapella e non guardate a le parole che sono istate; che principalmente Nicholò e io Lorenzo vi ci faciano inchontro, perché abiàno pur voglia di servirvi; e se mai vi lodasti di Nicholò o di me, vi loderete ora e ogni volta: sì che a fidanza vi preghiàno che duriate un pocho di faticha per noi a parlare di questa Chapella: fia dato più fede a voi per una vostra parola, ch'a noi cho' fatti; e nondimeno faremo si che n'arete onore. Ebe gli sportelli il fattore domenicha mattina passata, e dèci bere per vostro amore. Altro no ci à per questa a dire. Idio vi guardi senpre, e prosperivi sano e in onore. Gli sportelli istàno nobilemente e richi, - Per lo vostro NICHOLÒ di Piero e LORENZO di Nicholò, salute, al vostro piacere siàno senpre. Francescho di Margho, in Prato, propio. NL.