Jesus. Dì 20 d'aprile 398. Fratelli carissimi. Sapesti chome a Pisa venimo et di là, dopo alquanti dì, montamo in nave, et chon buon tenpo et presto giungnemo qui a salvamento in Corsicha, ciò a Bonifazio, grazia a dDio, et ongni nostra bisongna. Ma chome voi sapete, perch'io intesstai et conpuosi cosstì una tavola, che cci fa fare un merchante di questa terra a sua divozione, e lla qual tavola Salvestro Nardi la chommisse a Mariotto dipintore, che a bottega li sta presso; e perch'io o altri frati di questa ysola non può esser alla vissta, fa per bisongno si ricorra alli amici. Et perchè questi sono esercitii spirituali et buoni sechondo Iddio, nè io meglo nè chon più fede ò dove ricorrere costì o per tutto se non a voi; e poi che feci questo aviso di farlla fare cosstì, che non me ne pento anchora, sendo certo che miglore merchato di tutto et miglore lavorio aremo cosstì ch'altrove, et sperando pace fossi, ma chonverrassy, fatta che ffia, se pace sarà, che mmi pare troppo durerebbe sino allora, trovare modo di mandarlla a Pisa o per aqqua o per terra sechondo chominciate. Et pensomi che ciaschuno di voi o llo sappi o ll'abbi vissta, pertanto non mi stendo in ciò in dirvene a voi, chè llui, o chon voi o da parte, la solliciterà mentre si penerà a ffare quanto sarà bisogno. Ella monterà tra lengname et maestero et tutto da fior. LXXXII. Abiamo già rimessi fior. XL. L'avanzo scriviano et facciano scrivere a Domenichino Jachonacci di Bonifazio, che Manno chonossce, che dia o facci dare a Genova ad Andrea di Bonanno sino fior. 45, chome li verrà a taglo, però che ben si spenderanno cholle spese vi fieno; sicch'io inmagino sanza fallo elli lo farà, che nn'à magiore vogla di noi; et ad Andrea scrivo ve li rimetta prestamente cosstì, et voi poi o Salvestro li diate di tenpo in tenpo al m.o pintore, chome vedrete il bisongno. Pregamolo assai et voi anchora il pregherete ne serva bene, et acciò che veggiate il lavoro et possiate alchuna cosa sollicitare o chon Salvestro o sanza, vi mandiamo in questa I letteruza al detto Mariotto in che lo preghiamo assai ci serva bene. Debbe avere di tutta detta tavola a ongni suo oro et colori fior. LX. d'oro, et io ò scritto a Salvestro, et così dicho a llui, se vi si diletta suso che cci serva bene, voglo, oltr'al prego, farlli di meglo et di grazie II o III paie di calze. Diteli quello vi pare, e che non aciabatti. Qui à gente intendenti et gioveralli vi prometto, però che non pensso sia la prima. Dicialli intorno a cciò quello ci pare et pensiamo ci servirà bene. Scriveravi Domenichino Giachonacci quello sarà bisongno, e perch'io mi debbo partire di qui et stare in altro luogo per Corsicha, il dove non so anchora ma dove piacerà al padre nostro vicario, e lla moria c'è et io potrei ire tra lla più gente, sia senpre per detto, ch'io scrivo a Salvestro che nne facci la volontà d'uno di voi chi l'avanzo de' denari pagassi; e voi, o qual sia di voi, senpre abbiate a mente di farne quanto per Domenichino Giachonacci o detto o scritto vi sarà, et questo è l'effetto et di così vi priego; et facta fia uno di voi n'abbi chura di mandarlla a Pisa o dove si potrà. Il tenpo vi chonsilglerà, et chon Domenichino ve ne intenderete di ciò, et allora potrete mandare la pianeta di monna Margherita. Verrà a taglo in chiesa nuova, et bene bisongna. Io pensso tutti stiate bene. Così vi guardi Iddio per lungho tenpo, et in fine vita eterna. Rachomandateci a tutti et tutte, et per noi pregate et noi per voi, et chi meglo sa facci. Per lo vostro frate Bonifazio Ruspi. In Bonifatio dd. Lodovicho Marini e Manno degli Algli in Firenze. .Jn.