+ Al nome di Dio. Adì XXIII di maggio 1408. Scritt'òvi ieri quanto fu di bisongno, e poi non ò vostra dirò per questa meno. Fate d'avere da Niccholaio Martini fior. 8 per provigione de' fior. 200 tengnamo in deposito per lui da Francesco d'Artimino, e fu il tempo adì 6 di questo; e noi gli abiamo paghati questo dì. Egli è venuto qui Arigho dipintore, e àmmi detto quello che voi gli dicesti intorno a questi fatti del munistero; e, secondo dice, che voi il minacciasti di farllo pigliare e molestare; di che n'ebe paura, e per quella chagione se ne venne qui, chè dice che innanzi che volesse avere I.o tratto di fune, innanzi vorrebe avere bando d'Italia nonché di Prato o di Firenze. Ora e' vi scrive per una sarà in questa sopra questo fatto e anche a me à fatto assai schuse, che se mai voi trovate con verità che in questo fatto egli abia comesso alchuno difetto, che vuole esere il più vituperato huomo del mondo e averne quella punizione che merita, se non, non vorrebe esere infamato a torto; di che mi parebe che voi v'informassi bene di questo fatto, et volerne bene sentire e tocchare la verità, e lui ve ne priegha. Et se trovate v'abi cholpa o pecchato, vi dicho che farete molto bene a nollo volere mai vedere nè udire, e chacciarllo da voi chom'uno rubaldo e aquisteretene grande honore; e se non ci à chomesso alchuno pecchato, ne pigliate quel modo pare a voi migliore, di mandare per lui, e che seghuiti e' vostri lavorii chome prima faceva, e pigliarne l'achusa parrà a voi, che vi saprete ben dare: di modo io vi dicho mio parere. S'io erassi, vaglia a perdonare che chon amore il dicho, e non so più oltre di questi fatti. Jachopo charratore rechò stamane a cchasa di maestro Lorenzo I.a charrata di lengne, e in chostà rechò 4 finestrette per la Romita, e 2 ferri e la botte di Ciapo e le 2 d'Arrigho dipintore; e per lui non vi si scrisse per faccenda. Ieri vi mandai br. 16 di ghuarnello per monna Ghaia, e dissi vi facessi dare sol. 24 1/1 e br. 1 1/1 per monna Bartolomea e avessi sol. 13 1/1 den. 6, e lib. 29 1/1 di piombo. Fate d'avere detti sol. 37 1/1 e gli mandate, che non se ne abia a fare scrittura. Altro per questa non dicho. Christo vi guardi. Per Lucha del Sera. In Firenze. Se diliberate di mandare via Arigho, che comprendo di sì per quello m'à detto poi monna Margherita, vi pregho e gravo quanto so e posso il faciate comodo per onore di voi medesimo. Francescho di Marcho T. M. in Prato 1408. Da Firenze. Adì 23 di magio R. dì 24.