+ Al nome di Dio. Adì 4 d'ottobre 1410. Iscritovi abastanza ogi e mandata per Duti vetturale, e per lui soldi 30 e I.o sciughatoio chon penne ch'erano di Barzalone. Tutto atendiamo abiate auto, e rispondete. La chagone di questa si è per mandarvi IIII.o dipintori, che saranno aportatore di questa, che chostì venghono per vedere chotesto lavorio che s'è a fare, a' quali mostrate tutto, e ritenetegli a mangare et bere loro e le bestie; e l'uno di loro mena il baetto, e, se al tornare in qua n'à anche di bisongnio, lo prestate loro; e inverso loro fate chome si richiede di ricevergli volentieri cholle chose vi sono. Dovevavi venire anche il Francia sta da San Pulinari ogi, poi non à potuto. Lunedì dice venirvi o l'altro, che chosì penso vi verrà anche degl'altri, poi si piglierà partito chon chi ci parrà il meglio e chon chi meglio ci farà. Disevisi sopra chotesti debitori. Tenghansi apresso tutti per modo paghino, e quello avete ci mandate, e ritenete i denari del panicho. E mandateci 23 dodicine di lino per dare dove s'è ordinato, e 2 bacini per mesere Torello. Ogi se gli diè, chome vi si disse, l'otriacha et paternostri, che l'ebe chara e a chonto di monna Margherita sono pe' paternostri fiorini 7 1/1, e per la crocie si vendè lire XIIII.o par. Quello Checcho da Cholonicha è chativo. Non c'è venuto. Mandate le lengnie per altri e a lui fate quello merita. Da' rghomento fate d'avere que' soldi X. Ad Andrea dite mandi e' denari della ghabella, se non, se ne terebe altri modi che paghi. Stefano di Geri non c'è venuto. Venghaci, e se chostì vuole dare grossi, togli a sol. 79 den. 20 fiorino. Di que' panni di Stefano, di che poi seghuito è per altra si dirà, che pregha s'è a dare loro. Atendiamo risposta se monna Margherita ci vuole venire. Monna Govanna si sta pure chosì. Èvi statto tutto dì d'ogi monna Katerina. Questi dipintori vi si mandano, ch'è paruto a mesere Torello et a noi altri, per chavare le mani di quello s'è a dipingnere, il perchè fate vi sia maestro Antonio, ser Amelio et Pagholo e Barzalone et a chi toccha, e intendansi cho loro di quello pare loro da fare fare, e che chi più ne vede più ne dicha. E simile abino anche e' dipintori che sono chostì, e tutto si pratichi e ragoni chome pare loro il meglio, e poi qua a mesere Torello e a noi scrivano quello pare loro da fare o chomettano a te, Checcho, il faccia; e avisa bene apieno in che rimane la chosa e di loro parrere, sì di dipinture e sì di sengnio e sì d'ogn'aitra chosa. Di poi stamane è venuto Checcho da Cholonicha chon una charata di lengnie, e al tutto rivuole la ghabella. Renderasegli. L'altra dicie recherà il primo dì ci sarà da cciò. Non c'è altro a dire. Christo vi ghuardi. Lucha. In Firenze. E poi che vi sono tanti dipintori, abiate ragonamento in che modo starà meglio il sengnale del Ceppo per porre ale chase. Qui n'abiamo fatto fare I.o e mostro a questo che mena il baetto, che vi dirà chome sta. Fatene disengnare e per quello modo vi parrà. Si mosterà a mesere Torello, e quello se ne diliberrà si faccia poi a tutto chome bisongna. Andavami per l'animo che 'l sengnale del fondacho stessi tutto nel Cepo, sanza uscire fuori. La crocie è poi in sul cepo, si facci I.a croce rosso o chome vi parrà, che bene stia. Eseghuitori di Franciesco di Marcho in Prato T. M. Il baetto et covertina. 1410. Da Firenze. Adì 4 d'ottobre.