Ebi vostra a die II di
novembre, facta in
Firence a dì XXVI d'
otobre,
per la quale ò veduto quelo che voi dite, e, respondando, e' credo che
voi arete avuto doe mie letere a voi
mandate, per le quale v'avisso de quelo che avisare s'è possuto.
E pertanto no repricherò niente de lo dire di quele, ma per questa ve
dico che noi no abiamo autro di nuovo, salvo che ve scripsi lo
governatore
era andato a
Portoveneri per meterse in possessione de lo
castelo, e
possa volea che se
pagasse le
dacite inposte per lo
comune; e, brevementi,
fino a qui non è facto niente e no l'à avuto. Secondo che se dixe a
Genova,
e' no voihono
pagare ni una
dacita ni
cabela inposta fino a lo jorno de
ogi, e voihono essere tracti fuori de
bando e remissi de ogni male facto;
e così s'acordano tuti li autri de lo
destrecto,
guelfi e
gibelini, a no volere
pagare niente, e sono monto bene acordati a questo inseme, sichè per
fino a qui no abiamo niuno bene. Niente di meno lo
governatore è ancora
a
Portoveneri: no sapiamo che farà o potrà fare. E pertanto e' credo che
voi possate prendere questo rischio a venire, conzò sia cossa che, se
autro di nuovo qui fosse per che voi no stessi ben qui seguro, prenderesti
autro partito.
Yo mando con questa vostra letera una che va a
Tendi di Justo fratelo mio:
piaxeve de fare che elo l'abia.
Facta in
Genova per
PIERO de' BENINTENDI, servitore vostro, etc
.. 1399,
a dì 6 di
novembre.