Al nome di Dio, amen. A dì 27 di
febraio 1398.
Per
Nanni ne ricevetti una tua, la chuale ch'à pichola risposta.
D'avere vicitata mona
Gita di Gieri, no' ll'ò fatto, perché ò fatta
grande piuova e anche aspettavo che tu fussi qui per far quello ed
altro che ssi sarebbe da fare. Della
gatta della
Lucia si guarderà el
megno che ssi potrà. De'
panni sudici noi n'abiamo pochi, no' gni
vogno mandare chostà, noi n'abiamo molti pochi insudichati; e'
panni lini di
Guido ti manderò. D'eser tu
domenicha chua, farai
bene e no
i t'aspetteremo a disinare. Del fatto di
Nicholò dell'Amanato
ò grande maninchonia: priegoti che faccia quanto tu di', e
schrivilo loro per modo che lo 'ntendano e noi faremo il somignante.
Mandoti 4
mazzi di
spinace, e 3 di
menta, e parecci
lupini, e rimanderotti
5
saccha, le dua che vennono cho' lla
chruscha e le dua che
so
no venute, e le dua di mona
Tadea; e rimandaci, di questi dì
questi
panieri e qualchuna di queste
zanelline chol
manicho; priegovi
che tu mi schrivi in che modo e in che maniera per sapere in che modo
e d'altro la riprendere' e di che che benedetto sia Idio, che non
n'à dato a me. Mandami quello
drapo, ch'i' t'ò chiesto, il più tosto
che tu puoi. S'i' l'avessi a fare il
buchato, no' lo faren: lasceregni
a mona
Gaia, che llo facesse fare a mona
Fiore, quande tu ti fussi
partita. Mandaci di questi agni che sono chostà. Perché
Nanni si
vuole partire, farò sanza più dire. Idio vi guardi senpre.
pe' lla vostra mona
Margerita di
Francescho.
Francescho di Marcho, in
Prato, propio.
1398 Da
Firenze, a dì 27 di
febraio.