Al nome di Dio, dì xj di
novenbre
'395
A dì x del deto ricevemo vostre letere, fate dì 25 del pasato, a che
rispondiamo. Di quanto dite sopra
pani di
Maiolicha e di
Valenza che
chondizione àno di qua, vi
diciano chomunemente ci àno buona
chondizione e spezialemelte
maiolichini. Ora, a la
fiera di
marzo, e' vogliono esere
pani che qui
si posino ragionare d'avere dei
pano
f
. 16 o pocho più: quest'è il
foro de'
pani ci vole di
Maiohicha.
Valenza,
ragionate,
pani qui si
ve
ndano
f
. 13 il
pano, tuto al te
npo di 4
mesi; potete ragionare
esere
paghati in
.vj
. o 'n
.vij
. mesi. I
crediti sono sichuri,
secho
ndo il paese. I
cholori voglono esere il
forte
azuri, alchuno
cilestro, uno roso, in
.ij
. per
balla, uno
biancho, alchuno
bigio
perrso, alchuno
chupo, alchuno
paonazo
sbiadato, alchuno
verde bruno,
alchuno
sabuchato di
cilestrino: e questi sono i dolori bisongna qua
tanto de l'una ragione quanto de l'alltra. La
fiera di
setebre, i
valenzini ci àno più
richiesta che 'l
marzo;
neri per ongni
fiera no
ci abino
ispacio e secho
ndo ciene venisono, sarebono le
vendite, o
più o mancho.
Sopra i
pani
pratesi no mi diste
ndo in tropo dirvi, che per la
grazia di Dio io,
Michele, ispero esere subito chostà e a bocha
v'aviserò di tuto e informerovi de le
panine e di tuto. Richordovi qua
no voie altro che
pani a la
borsela per io lavorare abiate a fare.
Nè altro per questa ci e a dire. Cristo vi ghuardi.
Michele d'Iachopo e
Bernardo di ser Domenicho, in
Ghaeta
Francischo da Prato e
Stoldo di Lorenzo, in
Firenze
1395 Da
Ghaeta, a dì xxij di
novenbre