Al nome di Dio, amen. Dì 16 di
novenbre 1394.
A questi dì v'ò scritto quant'è suto di bisongno, aute l'arete. Di poi a dì 12 e
dì 14 ò due vostre, l'una de dì 20 e l'altra de dì 27 del passato e quanto dite
per esse ò inteso, rispondo apresso.
Chome detto v'ò, le 25
pelli chalde e le 25 non sì chalde ò fornite e fatto un
fardelo e 'n questi 3 dì ve 'l manderò. E quando arò
pagato ongni spesa ve ne
farò
chonto a punto e porò pure a
conto de' nostri a
Vingnone ed elino il poranno
poi a vostro propio.
E in queste 50
pelli à 23
chonperate per le più chalde e 27 che so
chonprate per
donne più giovani e
chonprate per pichole. E vero ve n'è alchuna che ssi
potranno mettere cho le chalde se sarà bisongno: abiano tolte de le migliori e
più fini ci abiano trovato e chredo che ve ne terete ben servito. Atendo
l'abiate e poi diciate sopr'esse.
Evi alquna
pelle che anchor à il
sengnale in su la groppa chome le
sengnano a
Maiolicha e non se n'è ito: voràssi un pocho
ischarmigliare cho le dita e poi
battile bene e andransi via. Quelo che l'
achoncerà devrà bene sapere chome e
quando le vedrete batute vi paranno belle.
Detto v'ò chome chon questi di
Basciano non s'è anchora chomincato a
chontare
perché non s'è potuto. Apresso v'ò deto com'è partito
Francescho per ire a
Vinegia: lascia a
Ghuiccardo che
rischontriano ongni
partita de' nostri di
Vingnone e poi, quando sarà tornato, si faranno i
resti. E ogi abianno
chomincato a trovare i
libri e metterci in punto e chominceremmo domani da sera
a veghiare un pocho. Fate chonto che per me se ne farà quelo si dè a cciò la
chosa abi fine e bene vi metterò ongni solicitudine e certo per questo non si
potrà dire che resti e, cho la grazia di Dio, ò speranza le chose
s'achonceranno.
Voi dite vi dicha i resto a punto chome que' di
Vingnone stanno cho loro
trattone e
f
. 255. Questo vi posso mal dire insino nonn abiano
rischontrato
insieme però s'à (a) levare
da un
chonto e porre a un altro e poi s'arà a fare
ragone di certi
chanbi. Quando
ero a
Vingnone chon
Boninsengna così al di grosso facavamo: erano circha a 500
lire
d'
inperiali sanza e 255
fiorini se bene mi richordo. Ora i' vi chiarirò di tutto chome
prima si potrà .
Atendo da voi i
chonti da
Pisa a cciò che possiamo vedere tuto: mandateli e dite
sopr'essi. Bene se ne dolghono questi di questi
chonti e che non fu fatto quelo
chomissono e per questo ne portono gran
danno e chose assai e che, secondo loro,
restano avere ben
f
. 500. Intornno a cciò ò i' risposto loro quelo mi pare e che
debano volé chosì la
ragone del
chonpangno chome la loro e dove voi chonoscerete
non sarà fatto loro niun torto però di questo non avete bisongno e 'l simile
rispondono a me e che vuole voi chonosciate queli vi pare sia di ragone e non
altro. Parmi l'uno e l'altro in buona dispusizione che questo abia fine e chredo
verà fato e quelo è di ragone si dè fare l'uno a l'altro.
Francescho si partì per ire a
Vinegia, Idio il porti salvo.
Vegio
Cristofano è anchora chostì. Arete poi ordinato quelo si dè fare poi dè
ire per mare: mi pare non si possa ire secondo scrivete, che Dio di tu
to sia
lodato. Se questo chamino fa atendo per lui i
conti: quando pù tosto va, più
tosto leva faticha a
Boninsengna.
Sono avisato chome sete tornato a
Firenze cho la
famigla vostra di che mi piace:
sia in ora e 'n punto che buon sia e chontentamento de l'anima e del chorpo,
amen.
Quanto avete deto a
Bardo sono avisato e de le proferte fate. I' priegho Idio
che mi presti grazia viva tanto ve 'l meriti.
Insino a qui ò mandato a
Vingnone
balle 12 d'
arme e questo dì, o domattina, ne
farò
leghare 3 o 4 e manderòle: igengnomi quanto posso che sieno ben serviti e,
cho la grazia di Dio, chredo chosì faranno, da loro il saprete.
Né altro per questa vi dicho. Cristo vi ghuardi per
Tommaso vostro di
Milano vi si racomanda.
Francescho di Marcho, in
Firenze. Propio.