Al nome di Dio, amen. Dì 17 di
febraio 1396.
A questi dì vi s'è detto il bisongno, arete aute e ora dirò brieve.
Per anchora non s'è fato altro delle
scharlatte e per solicitare
non resta, se potrò anzi parta ne farò fine.
Come detto n'avete, quello di vostro mi truovo volete ritengna pe
nostri di
Vingnone. Fate conto ò di vostro da
lb
. 200
inperiali di
contanti e questi non ò anchora posto a
conto di
Vingnone. Atendo
se potessi finire queste
scharlatte e po' quelo mi trovassi aconcere' a dovere.
Dovrè eserre il tenpo delle
lane
venduti de' nostri di
Vingnone.
Fa conto
Boninsengna da
f
. 1.000 dè avere da voi: direte come
rischotete che per aventura ve ne traremo parte perché n'ànno bisongno.
A
Francescho scrivo sopra 2
fardelli di
fustani mandati a
Vinegia
per
Giovani da Pesano per
charichare in sulle
ghale di
Fiandra
per
Maiolicha consengnati a nostri. Provedete a la
siqurtà come vi pare
che 'n voi
rimettiamo il prendella e avisatene.
Dite a
Manno se v'è che questo suo pocho resto non è
rimesso a
Vinegia,
farello cho noi medesimi per la prima.
E più che da'
Boni né da
Marchexino non ò auto niente e scritto l'ò a loro.
È vero che a'
Boni ò scritto
rimettere la
valuta a
Vinegia a
Zanobi, non so se
'l faranno che risposta non ò anchora.
E più che
fustani ànno di spesa 1
peza corta di qui a
Vinegia da
s
. 6
inperiali, e a entrare in
Vinega
pagano la
peza
grosi 2, e l'uscire
1 3
/4 per cento.
Né altro per questa vi dicho. Saràcci lettera a
Francescho e
Domenico, fate dovere.
Chanbi per
Vinegia 4 1
/3,
Pixa 3,
Gienova 3
/4 pegio,
Parigi 2 3
/4 meglio,
Bruga
s
. 30
d
. 8 in 9
franco.
Cristo vi ghuardi per
Tomaxo di ser Giovani in
Milano.
Francescho di Marcho e
Stoldo di Lorenzo,
in
Firenze.