Per una che fia in questo
mazzo, in
Piero, arai udito della tua lettera
venne tardi, e che già la
casa era
venduta, e data la fede, e
pagato parte di
danari; e per altra parte era ito in
Mugello a far
danari di sue cose. E come
per la lettera tua io gli scrissi di tentallo, e operar co lui, se gli piacesse
riuscirne; però che è stato assai di fuori, e dubitando
comperò, cioè non
sapendo se era meglio starsi in
contado o stare in
Firenze. E in fine e' venne a
me a
Firenze, però che è molto amico; e insomma, tutto rimesse in me ch'io il
consigliasse del lasciare, com'io il confortai del pigliare. E dopo molte cose e
ragionamenti, e per alcuna cosa che sentio che 'l
danaio non riavea, da chi gli
avea a fare, sì presto come e' pensoe, dicendomi egli in fine che, riuscendone,
e' n'arebbe danno, perchè ha
vendute sue cose, non arebbe, ec
.; io
conchiusi co lui, che per mio conforto egli era contento riuscirne, e 'l danno
suo rimetteva in me. E io ho giudicato la
casa sia tua, e che a lui si doni
fiorini x per spese. E la
carta si farà in lui, e nominarà te. E di presente io
avea già scritto a
Francesco, come ebbi tua lettera; e avea auto da
Luca, che
francamente io v'attendesse, e
Francesco avea
rimesso in lui questa
diliberazione. Iddio sa il diletto io ho auto della buona volontà di
Luca verso
te; chè quello n'ha fatto, che per sè fatto arebbe. E renditi certo,
Cristofano, che se non che
Luca e
Francesco sono avviluppati con instrumenti per
più
anni nella
casa ove è
Luca, che per
Luca toglieva questa
casa sanza
dirgliene nulla; tanto m'era a grado: e dopo lui, ch'era qui sanza
casa, come
sai, mi venisti non so come in animo tu; non sapiendo io se volevi o potevi
casa
in
Firenze. E però tutto fia per lo meglio. E a buona fe a
Luca piace tanto, che
l'ha veduta, che, udito l'animo mio verso lui, dice a me: se per me l'avessi
tolta, sanza mia saputa, io te n'arei fatto onore, e accettato. Or nol dico se
none perchè ne sii ben
contento. El
Gonfalone disideravi, era la morte tua; e non arai qui a
temere ti siano chesti
danari in
prestanza o
mallevarie.
Delle
masserizie arei caro udire da te, solo se vuoi
letto tutto nuovo con
lettiera nuova; che pur
costano assai le nuove; e quante letta: che penso io ora
uno per te e chi volesse teco alloggiare, e uno per la
fante. L'altre cose, tra
Luca e io, provvederemo; ma
costaranno più che
fior
. 150. Ma faremo or con
questi a bastanza, o poco più o poco meno; e ogni dì poi tu la puoi migliorare e
crescere: e rispondi tosto, se vuoi chi la tiene a
pigione abbi isgombro a
Ogni Santi;
che è l'usanza nostra, sì che qualche tre
mesi innanzi si possa provvedere a
l'usanza. E perchè pare ti periti darmi noia di
masserizie, ec
., no me lo dir più;
ch'io pensarei non m'amassi, com'io amo te, che mai ti rispiarmerei per buona
fidanza, se none come
Piero. Ed è
casa che sempre s'
appigiona bene, e a raffa
dassene ora
fiorini xxii.
Vidi tua lettera già sono più giorni, che
Piero era
guarito di certo male. Ora,
scrivendo, n'ho aute dell'altre tua e di
Piero vecchie; penso mi siano state
sostenute perch'io non abbia dolore dell'
enfiato del braccio e della
febbre mi
dicevi. Benedetto sia Dio! e di meno non posso fare che molto ringraziarti di
quello hai fatto a
Piero, che molto istesamente me ne scrive; e fece bene, e tu
meglio. Digli che tosto darà
Francesco ordine ch'egli stia a
Valenza; poi
ch'egli, cioè
Piero e io, ce ne contentiamo; e
Luca ne farà suo podere, e presto:
e te ne prego ne sii operatore e confortatore. Ma la tua tornata il farà; e
farà molte altre cose di tuo onore e bene.
Di' a
Piero, che per faccenda no gli posso ora scrivere. Guardivi Dio. E
confortalo a non
abottacciarsi del mangiare e d'altre cose ree, e a bere
vino
per mezz'acqua. E io operrò vada a
Valenza. E Iddio per sua benignità ci aiuti
bene diliberare. -
LAPO MAZZEI tuo. xiiii d'
aprile.
Come di sopra t'accenno, io conosco la
cittadinanza e' costumi di qui, più che
chi non ci è stato. Il
Gonfalone chiedevi era, al mio parere, uno fuoco per
l'anima tua e per le tue cose, pe' magroni vi sono; i quali se non avessi servito
di
danari, o d'altro t'avessino richesto, eri proprio nimico: e'
danari
prestati al modo ch'io mi so, non si rendono. E qui non arai altro che pace.
El forte del bene ci è, sono tuoi pari; e quelli con cui vorrò t'innamori, fia
Andrea di Giovanni d'Andrea e
fratelli, che sono in sul canto,
nipoti di
Guido,
che siamo un'anima; e tu sarai l'altra: e mai di nulla sarai richesto. La
casa
è a
muro comune col mio
genero e con altri buoni; e ogni volta non ci abitassi,
s'
appigiona bene. Oggi pensai fare acconciare una grande
pergola v'è, che in
xx
anni i
pigionali hanno consumata: no l'ho potuto fare: farollo dopo le
feste, s'a Dio piacerà.