Carissimo padre. Questo dì ho ricevuto una vostra lettera, per la quale
dite avere ricevuto da
Matteo
fiorini 60; della qual cosa sono molto contento,
dogliendomi che in prima non gli abbiate auti. Egli n'è stato cagione; e io non
ho potuto altro. Quando piacerà a Dio, uscirò di queste fatiche.
Della vostra venuta di qua, ogni ora ch'ella vi fosse con acconcio, ne sarei
molto contento: e tutta volta, quando volete pigliare partito d'abandonare il
paese di costà e oltra a ciò, del
vendere ciò che v'è, simil partito con voi
sono atto a pigliare, al
vendere et impegnare, e seguirvi dovunche voi andrete,
sì come figliuolo; imperò che una volta v'ho preso per padre, e così sempre vi
terrò infin che vita arete: si che oramai pigliate il partito quando a voi
piace.
Io non ho ancora preso partito, o di partirmi di qui, o di stare. Iddio m'avea
concesso uno poco d'avviamento della lettura, la quale avea a
Bologna: ma io non
ho ardire d'andarvi per le diavolerie e sospetti di costà; chè per altro
rispetto vi
posso io andare liberamente, per quello che io sono informato di là: onde
io sto confuso e con maninconia, e non so che partito pigliarmi, massimamente
veggiendo questo
Studio ancora dovere andare male: e di
Studio non vorrei, se io
potessi fare altro, uscire; perchè mi sa troppo buono usare con gli scolari, a
rispetto dell'altre usanze del mondo. Spero che Iddio non mi abandonerà in
questo punto.
Io vorrei al tutto, se piacerà a Dio, innanzi che intrasse lo
Studio, fare il
mio convento: al quale mi sarà di bisogno avere almeno
ducati 70. Io scrissi a
Matteo che a ciò provedesse, più tempo è; e anco non ha fatto cosa alcuna. Onde
io vi priego che nel solicitate quanto voi potete: e se al
vendere ultimamente
no fosse modo, priegovi non vi sia grave trovarmi infino a cento
fiorini a
costo
per uno
anno,
obligando tutto o parte de' miei
beni, si come l'usanza del
contratto detta che fare si debba. Altro per questa non scrivo. Raccomandomi a
voi, Cristo vi guardi. Fatta in fretta, a dì 30 d'
ogosto. -
Per lo vostro figliuolo
LORENZO d'Agnolo, in
Padova.
Francesco di Marco da
Prato, carissimo padre suo, in
Firenze.