Al nome di Dio. A dì 20 di
marzo 1392
Questo dì ricievemo vostra lettera per la quale vegiamo volette che
isporte
undici di
buseche le quali abiamo qui di vostro che noi le ma
ndiamo al
ponte a Scandicci, al fat
to dite de lato della
ghabella per niuno
modo si può imperò ch'egli nocci viene veruna
merchatatia da
Pisa se al
pasagiere
istea qui al
ponte a Singna no la iscriva e dove a jre e de le
buseche è chiaro
non ne a jre in
Firenze, inperò a
chasa da
Ulivo o da
Uvigno a queste chose egli
jstà antento inperò ch'egli à il
salar
io suo
lire otto il
mese s'egli le pigliase
se piglia meno di sedici
lire
() la metà dicie ch'egli piglia, non piglia
nul
la se no piglia di somigliante chose e più vi diciamo s'egli credessi che
pigliandone il frodo voi
paghasi egli il farebe ma paregli
merchatatia che volendone
il frodo
pesano poco al primo
pasagiere che jl chomune ne rimarebbe
crede disfatta
merchatatia e però piglia la
ghabella diretta di
soldi 10 la
soma di
libbre 450 in
500 la
soma penso farvi fare a piacere della
ghabella ma no
paghando non ci vegho modo
inperò ispesse volte mi domanda quando io e mando le
buseche e questo fa solo per
pigliare qualche
denaro, dirette quello volette se ne facci. Cristo vi ghuardi.
Per
Piero di Pagholo Lotti, al
porto a Singna.