Al nome di Dio, dì xxiiij di
febraio 1393.
Ieri ricevetti tua lettera fatta detto dì, e 'nteso quanto di': apresso
ti rispondo.
Per
Nanni da Santa Chiara ebi le
lengnie e
pane e
chaponi che per
lui mi mandasti: sì che sta bene, e altro sopra ciò non chal dire. E
Chastangnino à 'uto la sua
cioppa.
Sopra la facienda il perché sono qua, aopero cholla persona e
cholgli amici quanto m'è posibile; e gli
'nbascadori, venuti di chostà,
anche aoperano ongni bene possono. Volgliono dire, questi del
Chonfalone de Lione Rosso,
ch'io abitai, per la morìa del 1383, qui in
Firenze; e più volgliono dire ch'io sia abitato saldo in
Firenze insino
nel 1390. A questo darò tante
chiarezze e pruove che saranno bastevoli.
E vienmi a punto che di chostà ci è ora asai gente, e tutti si
richordano chom'io era chostà e avea chominciato a
murare. E ogi
debo dare i
testimoni, e cholla grazia di Dio spero che domani i
regholatori la spacieranno: chosì piacia a Dio che sia. Sanza dispaciere
e maninchonia non posso stare, chonsiderato la 'nguria e 'l torto mi
vole eserre fatto; porto più in pacie ch'io saprò o potrò, e per l'avenire,
cholla grazia di Dio, teremo altra vita che 'nsino a qui non abiamo
tenuta; e chome di', e' ci sia grande amaestramento a ongni nostro
fatto. Dirotti che ssi seguirà: che Dio a buon fine me ne rechi.
Della
malvagìa che facieste
chonperare per donare agli
Otto in
ischanbio di
chòrso, sono avisato e piaciemi, e altro nonn è a dire; e
del
vermilglio mandasti loro, anche facesti bene.
Da
Pisa, e ssì per la lettera auta da voi, sono avisato della
lana
v'ànno mandata que' di
Pisa, éntrovi lo
stangnone della
trefela: traetene
fuori detta
trefela, e la
lana darete a
Franciescho Bellandi.
La
cintola della
Tina è fatta; ed è
chonperrato
braccia 2 di
panno lino
vermiglio e
gengiovo e
ramaiuoli, e tutto ti si manderà oggi, se si
potrà.
Dì a
Barzalone ch'e
ronzino suo sta bene e ch'io l'ò fatto ben
ghorvernare, e mai nonn è uscito di
stalla; forse oggi gle rimanderò,
che qua ò
chavalli e
ronzini asai.
Sarà chon questa una lettera a
Giovanni
pilicaio, dove li dicho vi
dia
f
. 10, che dicie che à
rischossi; farevi che
Nanni vada per essi, e
ch'elli scriva che
Franciescho di Marcho e
Stoldo di
Firenze debino
avere, e sollecitate che dia lo
resto.
Ad
Antonio di Forese manda, e fa che dia que
resto che dè dare.
Altro non dicho per ora. Dio ti guardi. Siamo infaciendati e questa t'ò
fatta in fretta.
Franciescho di Marcho, in
Firenze, salute.
Monna
Margherita, donna di
Franciescho di Marcho, in
Prato.
1393 Da
Firenze, a dì 25 di
febraio.