Al nome di Dio, a dì 9 d'
aprile 1394.
Ricevetti tua lettera per
Nanni da Santa Chiara e, chon detta,
quanto mandasti: rispondo apresso. E prima che altro ti dicha, istamane
ti mandai per
Tomaso nostro vicino, pùe lettere che nne arai
fatto il dovere; èbevene una tua da
ser
Lapo e chon esa una a monna
Barttola che lglele arai mandata per
Nanni, ed a lui fatto risposta.
Piacemi che facci quanto ti scrissi, per mona
Simona, e che nme
avisi di quello ti pare che sia di bisongno; e simile m'avisa quanto sarà
seguìto de' fatti di
Lodovicho.
Piacemi che tue mi mandi la
muletta di
Stoldo: vènghoci tutto dì
tanti, che bene dèi trovare chi lla meni. I
leardo vole
Domenicho di Chanbio
per sé, sicché noi siamo fuori del detto
ronzino. Volsi fare
una fine dello
chavalino, quando si puote, e in questo mezo fargli
guadagnare le sspese veranne la
ferana e rifaréllo, e pùe lo
venderemo
a chi che sia: riterrò la
mula e llo
morello, e basta.
Il
vino biancho che cci mandasti, fue buono que chome chostà:
mandacene, quando ci viene
Nanni da Santa Chiara, ché
Nicholò
nonn à a mano
vino biancho.
La
chiave dove sono i
panni lini di
Cristofano, sono nello
fondacho
e, credo, sono nella
chassapancha nuova dentro al
fondacho, cioè
nello
serame, o elle sono apichate a uno anto: sono nuove, e sono tre,
se bene mi richorda, o vero due; e sono in quella
chasapancha i
panni
di
Cristofano, a llato al
chapezale da
lletto, a lato a quella dove
Filippo
tiene i
danari.
Mandoti per monna Fia,
bracca 2
½ di
bordo;
chosta
s
. 10 il
braco:
s
. 25
monta. E pure ti mando per la
Tina,
once 2
½ di
bottoni; della
ragione di quelli della fanculla di
Chiarito, tu non di'
quante
once ne vòi; se nno sono asai questi, dinmi quatti te ne manchano,
e manderògliti di presente: àcene asai di quella ragione.
De' fatti di monna
Simona no ne fue poi altro; l'amicho non tornò
poi a me e, chome tu sai, io non ci sono istato, e ancho òe domandato
Istoldo se m'à domandato: dicie di no. Potrebemi avere domandato
qualche uno di questi altri: dimanderòne tutti, chome che questo
monti pocho. Credo le chose andranno per la lungha e che mecho
n'ara' pùe volte ragionamento anzi le chose avessono afetto: istaronne
in me e di tutto t'aviserò di presente. Idio dea grazia a tutti di bene
fare. Bene arei charo l'amicha avesse una buona ventura: chosì piaca a
Dio che ssia in verità di Dio s'ella non à una buona ventura, io ne
sarò male chontento chome s'ella fosse mia, per amore di tutti. Idio ti
guardi senpre.
per
Francescho di Marcho, in
Firenze.
Manda a mona
Bartola di quello
vino biancho, per
Fatorino, chome
ti pare: non puoi erare. Saràvi la dòna
lunedì santo chon tuta la
familglia.
Monna
Margherita, donna di
Francescho di Marcho, in
Prato.
1394 Da
Firenze, a dì x d'
aprile.