Al nome di Dio, a dì 23 d'
ottobre 1397.
Ricievetti tua lettera per
Arghomento, e uno
fardellino éntrovi due
chapelline.
Al fatto del
porcho che mandò
Ballerino non è altro a dire: facesti
bene e non potevi fare melglio; io gli farò risposta e ringrazierònelo.
A' fatti di mona
Angnola e di
Marcho non è altro a dire: egli è
stato qui a me e àmi detto tutto. Io farò una lettera a
ser
Ischiatta e
sarà in questa: màndaglele.
Se chostà è piovuto, qui è fatto il simile. Di quanto ànno fatto il
Besso e lla
Lodola istà bene: credo volgli dire ieri, però che stamane
non arebono potuto fare questo. Dimi quello che aranno fatto ogi, in
però che
Nani
mungnaio vi dovea essere a
murare all'
orticino.
Delle
chandele foe fare 30
libre, e chome saranno fatte le ti manderò.
In quest'ora ò mandato per
Nicholò Piaciti, per farti levare il tuo
mantello. Io ti scrissi ieri una lettera per
Charlo di Franciescho Mainardi
e, sechondo che mi dicie
Arghomento, tu dèi avere auta detta
lettera, in però mi dicie tu gli volesti dare delle
melarancie; e però
dovevi dire nella tua lettera chome avevi riceute dette lettere e risposto
a parte a parte a quel ch'io ti scrissi, e poi dire sopra all'artre parti
m'àe iscritto. Dimi se avesti detta lettera, e quanto seguisti de' fatti di
Nardo di Chalendino, e rispondi a tutto. E mandami uno
istaio di
chastangne, e mandaci del
pane e delle
melarancie; e mandami due di
que'
formagi marzolini che mi mandò
Tomaso, e 'l rimanente fa mettere
in un
orcio da
olio asciutto e bene netto, che non si secherano
chosì.
E dimi se
Nanni di Guiduccio e
Domenicho Santini sono istati ogi
a llavorare all'
orto o sse vi veranno domattina; e dì a
Nani che faccia
arechare quelle
pietre che ssono nell'
orto di
Ciano, e arechi della
rena
e delle
pietre quante possono, acciò che noi usciamo di questa tribulazione;
e fa ramorvidarela
chalcina dell'
orto di
Ciano.
E dì a
Nani nostro che sse la
chalcina di
Bartolo da Manghone è
buona, ne
spengha quattro
moggia quando la potrà avere, che aviso
domane o ll'altro. E io istarò qui più ch'io non mi credetti, in però
che lla
Franciescha à penato, ieri e ogi, a fare isghonbrare le chose
sue; poi ce le chonverà adirizare tutte, e ghovernarlle. E poi veranno
quelle della
Cilia, ch'è stata ischasata e muore di fame e di sete.
Starassi cholla
Franciescha, e achoncierélle uno
letto suso, dove istanno
le
lengne: à bisongno d'aiuto,
risparmieréno in altro. Per fretta
non dicho altro. Idio ti guardi.
Dì a
Nicholò di Piero ch'io ò riceuta sua lettera, e ch'io no gli
posso fare risposta, ma ch'io farò quanto mi dicie, e ch'io gli ò mandato
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paia di
schardassi, per
Arghomento, questo dì.
Fa che ttu ci mandi domattina del
pane, in però qui non ci è il
modo a farne ora perché cie si è inpacciato: fane fare assai, perché in
questa
settimana se ne logora assai, tra qui e chostà.
per
Franciescho di Marcho, in
Firenze.
Monna
Margherita, donna di
Franciescho di Marcho, in
Prato.