Al nome di Dio, a dì 19 di
luglio 1398.
La chagione di questa si è perché la
lettera e la
poliza delle dieci
balle di
spezierie l'à perduto
Istoldo e non si ritruova; però fa di
mandarci a punto chome sta la
richordanza e'
danari che si
pagharono,
ch'è
iscritto in su
libro, e mandaci a dire, a punto, chome e' dice
in su
libro.
E anche cercha chostà, se tu vi trovàsi la
lettera della
vetura che
mi mandorono que' da
Bolongna, e mandamela, se ve la truovi, chome
che
Ghuido dice che si richorda che ll'arechò e dièla a
Stoldo.
Iscritto insino a qui, n'ebi una tua, e chon eso una a
Nicholaio di Biagio:
rispondo aprèso. Piacemi che tu mi mandi domatina per
Nanni
chonpiutamente a dire ongni chosa, e la
ciopa e 'l
chatino, per modo
vengha salvo; e fa cerchare bene ongni chosa di questa
lettera di
vetura
che venne da
Bolongna, delle nove
balle di
spezierie, s'ela vi fóse, chome
ch'io sono certo ch'ella venne qua chom'io so ch'io debo morire!
De'
danari del
chalzolaio sono chontento di dogarlo insino al
merchato, e simile de'
danari ài dato a
Neccio; e dìe a
Nanni che llo
soleciti: chom'egl' à
batuto i'
orzo, l'arechi a
chasa.
Sarò chostà io
domenicha, e faremo quello sarà da fare.
......cho arà poi arechato il
grano, se no, sì lo solecita; e a
Nicholaio di Bernardo
dì che farà bene di darti que'
danari; e richorditi
d'andare a
Iachopo degli ochi grosi per sette
staia di
grano e richordoti
d'ongni altra chosa che v'è a fare, per modo ti sia onore. Idio ti
ghuardi senpre.
Sarà chon questa una lettera che va a
Stefano di Bonachorso: fa di
dàglele.
E richòrdavi d'
inafiare i
melaranci chome si facea prima, in però
ch'egli si ria
rderebono se non se ne dési loro per questi chaldi: fallo
fare a
Róso, che n'è
maestro.
E dì a
Barzalona che lla sua
prestanza è
pagha; e se vuole la
pianeta, dateglele, e digli che mandi le
lengne a
Francescho Federighi.
E mandami a dire per
Nanni se vuoi ch'io
chonperi i
bochacino
nero per la
ciopa.
Noi manderemo chostà uno
veturale per le
balle delle
spezierie e
de'
panni di
Nicholò e per le
balle de'
veli; e dì al
veturale che
ghuardi che no ronpino le
salinbache, in però che se le ronpési e
ghuastàsi i
sugelli, no le potrebe trare del
chontado.
Istoldo aviserà
Nicholò per lo
veturale medesimo di quanto n'arà a fare.
Se vedete
Antonio di Zarino, dite che vi mandi anchora dodici
istaia di
grano.
Se troveremo per chui, ti manderò uno pezo di
charne secha di
quela buona.
Non vi bisongna cerchare della
lettera della
vetura delle
spezierie
in perciò qua abiamo ritrovato la
poliza.
Abiamo cercho tutto
Firenze per
chonperare uno
cenbolo e non
abiamo potuto trovare niuno: chonverebemelo fare fare e sarebe uno
'bratto; se ce ne troverò niuno fatto lo
chonperò.
per
Francescho di Marcho, in
Firenze.
Monna
Margherita, donna di
Francescho di Marcho, in
Prato.
1398 Da
Firenze, a dì 20 di
lulglo.