I' ò sentito come avete bisongno d'um giovane per mandarlo di fuori p
er
vostri fatti. Sarebbemi molto charo che, dove poteste com vostro aconcio, voi
mandaste
Piero del maestro Iacopo mio
cugnato,
e credo veramente che di
lui areste buon servigio i
nperò ch'è intendente e buon
ragionieri
e
buono scriptore. Esso stette con
Piero di Filippo a
Genova
e poi si
partì da llui
e stette là medesimo per magiore com
Guicioçço de' Ricci e provò bene,
e di questo vi potete
i
nformare costà. Da poi tornò a
Prato
e à fatto per male usançe um poco
a ssuo senno, ma mi pare si maturò di questo starsi a perdere tempo. È tanto
pentuto de' modi ch'à tenuti qua
e vengolo sì ben disposto
e volontaroso
a fare bene da fuori ch'io credo veramente che persevererà in far quel bene mi
dicie. Il giovane è ubidiente
e vergognoso. Arei caro si regesse per vostro
consiglio
e che certi
denari, i quali esso à
traficati in
guado
e in sue
altre cose, e' ne facesse vostro parere, ché gli custodireste me' di lui. Òvi
già uidito dire non avete trovata troppa ventura in questi giovani da
Prato.
Questi non è pratese. Il
padre suo, benché originalmente fosse pratese, fu
cittadino
e stette sempre a
Firençe
e costà naque il
garçone
e di
madre fiorentina. Questo mi sarebbe molto charo, sperando egli facessi
e
portassesi bene in modo facesse utile et honore ad voi
e a llui.
E s'io
credesse o pur dubitasse del
contrario,
e non ve ne pregherei né co
nsiglierei, se fosse cento
volte mio fratello carnale. Di questo non vo dir più. Idio vi dia gratia ora
e sempre abattervi a quelle persone che fedelmente faccino i fatti vostri!
Salutate mo
nna Margherita e
Nicholò dell'Ammanato. Idio vi guardi
sempre! Di
salario e altra
provisione non farebbe se non quello paresse ad voi,
o poco o
[ms. e] assai.
Per lo vostro
maestro
Naddino in
Prato, a dì XV di
maggio.
[sul verso:] Francescho di Marcho da
Prato in
Firence prop
io.
[mano: differente da Francesco] 1386, da
Prato, a dì XV di
magio.
| Domenicho di Vani.
| Valonia.