Charissimo fratello, ò viste vostre lectere, nelle quali scrivete quanti
infreddati sono stati costà del
mese di
febraio
e tucti n'avete sentito; da
poi per gratia di Dio tucti siete
guariti. Questa è stata per certo una
influentia proceduta da' corpi di sopra che per tucto il mondo sento è stata: in
Francia
e in
'Ragona e pertucto. Et noi qua l'abiamo auta del
mese di
março
cu
m febre, dolori di testa
e tussa e
debileça di stomaco,
e
pochissimi sono stati che non abbino sentito. Et io da
calen di março insin
meço
mese ne sentì, come che mai non ne stesse in
casa, né ebbi
febre se non
sola una notte. Apresso
monsingnore è stato infreddato molto
e con
febre
continua molti dì, XIIII o XV. Ora è ben
guarito
e così chiaro come fosse
mai. In somma tucti i
cardinali qui infermarono
e per la
Septimana Santa
il
papa si trovò all'uficio con pochi aco
mpangnato. In vostra
casa qua tucti
sono stati bene, excepto un fanciullo ch'à nome
Salimbene. Mo
nna
Dyanora
infermò e mo
nna
Lisabetta ben assai forte,
e tucti son ben
guariti. Or
per questa cagione non v'ò scripto prima. Parmi abiate fatto bene
della
Ghirighora però è buon giovane
e meritatene gratia da Dio e loda
dalle genti. A
Boninsengna nonn ò anchora renduti i
denari, come vi scripxi,
però
messer
Filippo isfornì sì
monsingnore di
danari che a mme conviene um poco
indugiare. I vostri fanno qua bene
e facienda ànno tanta che non possono
risistere per una
armata che si fa per mandare in
Spangnia. Io credo far bene
però mi veggio di giorno in giorno
[ms. giorgio] crescere in gratia di
monsingnore e d'altri,
e se cci fossono i
merchatanti come soleano, fare'
molto meglio. La vostra lectera, come mi fu scripto, diedi in propia mano di
Boninsengnia. Pregovi che vi sia racomandata la mia
famiglia, come credo non
bisongni scriverelo. Salutate per mia parte
messer
Piero,
Nicholoçço
e tucti
altri nostri amici et mo
nna
Margherita. Altro per hora non àe a dire. Idio
vi guardi sempre! Sono a' vostri piaceri, in
Vingnone.
Per lo vostro
maestro
Naddino in
Prato, a dì XI d'
aplile.
[sul verso:] Franciescho di Marco da
Prato in
Prato prop
io.
[mano: differente da Francesco] 1387, da
Vingnone, a dì 19 di
maggio.