Al nome di Dio. A dì 25
agoxto 1394.
A dì 17 e questo dì ò aute due vostre de dì 12 e dì 20 e risposta d'una vi
mandai e quanto dite per esse ò inteso, rispondo apresso.
Non vi scrisi prima di mia venuta perché non ci ebe per chui: dovete chredere se
cci fosse auto modo l'are' fatto or poi son qui salvo grazie a Dio.
Disivi chome trovai
Basciano malato ed è anchora e per modo che chrediano in
questi 4 dì si porti in ispala: e
medici l'ànno lasciato più dì è e dichono non
ci è rimedio e Idio che piuò li presti di sua grazia, saprete chome seghuirà.
Sono avisato de'
f
. 450
rimisse
Boninsengna per qui, sia chon Dio. Per questa
chagone di
Basciano non s'è potuto fare anchora nula perché si chonviene prima
fare alchuna chosa. Chonvienci atendere che Dio facci altro di lui prima poi
faremo secondo che
Boninsengna ci chometterà: ònelo avisato di qui quanto
bisogna. Sopra ciò atendo risposta e poi chome verà a punto vi trareno e di tuto
sarete avisati.
Per anchora non si piuò dire di mia stanza qui perché prima ci chonviene stare a
vedere un pocho e poi secondo tenpi fareno e a voi sarà detto e basti.
De la
Boccia gunta a
Saona sarà di poi partita e ita a suo
viagio, che Dio le
presti salvamento.
Di nuove di chostì siano avisati e dispiacionci, piaccia a nostro Singnore
riposare in pacie che tenpo n'è omai. Dite come seghue.
Questa mattina a dì 26 a 1
/2 in 1
/3 è piaciuto a Dio chiamare a ssé
Basciano a
chui Idio faccia verace perdono. A
Vingnone e a
Francesco lo scrivo e sarano in
queste, mandate per lo primo.
Per fretta di chi parte non vi dico altro, a Dio.
Tomaso in
Milano.
Francescho di Marcho e
Andrea di Bonanno,
in
Gienova.