Francesco carissimo. In questa ora 3 di notte, libero e
solo nel mio
studiolo, ho riletta la vostra lettera, benchè
piena di piacevolezze, che spesse volte si richeggiono nelle
amistadi: pure il fine del pensieri vostro era et è ottimo,
cioè del luogo delle
Sacca, presso al vostro abitare, ec
.. E
prima ch'io ne dica mio parere, vi farò questo preambulo,
nell'amore di Cristo che tanto amoe quella sua serva Brisida,
ch'io leggo, che trovarete tosto tosto darà gran sole e gran
lume al mondo e alla fede, ch'era come spenta; e forse molto
maggiore che non fe la povertà e la ubbidienza e le stimate
di san Francesco. Il qual proemio o preambulo è questo; ch'io
tengo che catuno vivente abbia alcuno singular dono, e
speziale grazia da Dio in questo mondo. E penso che i più,
per li viluppi in che giriamo, non la sappiamo pigliare, nè
onorare, quella grazia e quello ambasciadore che Cristo ci
manda. Torno a voi, e dico che avervi Iddio mandato innanzi
Guido per amico e consigliatore, non è de' minor doni che
v'abbi fatti. Tutte l'altre amistadi, o le più d'esse, sono
state chi per piacere, chi per godere, chi per ingannare, chi
per richiedervi, chi per vantaggiare; e in somma, e' mi pare
che voi non abbiate tal cura al vostro stato, che non è
piccolo, qual voi dovete. E credo che invecchiato in vostri
costumi, anche nol vedete qual
sia la via. E, che peggio è, a uno pari di
Guido, amico
dell'anima vostra come è egli, non credere; questo avanza
ogni errore: chè a me non pare gli attendiate a credere come
dovreste. Solo dico per dirizzarvi. Ma voi istesso
l'avanzereste in vedere, se vi levaste da tante e tali
angosciose fatiche e imprese, a che tutto dì vi sottomettete
con tutta l'anima e con tutte le forze del corpo.
Che è a dire che qua ha tanti e tali, e sì savi e virtuosi
anche,
cittadini, che tutto dì murano e fanno delle cose che
voi; e tutti fanno con modo, salvo che voi! Chi ha
fattore,
chi ha amico, chi ha il
prezzolato: e co'
danari fa fare i
suoi bisogni; e alcuna volta visita i suoi
lavorii, e poi
attende ad altro. E voi tanto avido, e disideroso che uno
solo
danaio non vada male o uno solo mattone non si ponga a
traverso stando meglio per lungo; come se fosse l'abitaculo
dell'anima eterna! che e' non si muta barella, che non
pognate mano, non si bagna pietra o mattone, che nol
tramutiate, gridando e tribolando. Io nol so, ma io il credo;
e anche qualche cosa n'ho veduta, e ne sento.
Do! per Dio e per l'amore che regnarà fra noi insino alla
morte, e forse anche poi, io vi prego e iscongiuro ch'a
simile cosa, come è le
Sacca, attendiate e procuriate: chè
gittandosi questi buoni pensieri a drieto, credete credete,
che ci è il danno e la vergogna a vita e a morte. Ma vuolsi
avere ottimo consiglio, che non si ispendesse in questi
grandi fatti, e poi non avessono frutto. Vedete
Lemmo, c'ha
speso più di venticinque mila di
fiorini in tanto
Spidale; e
credesi, per non aver preso buono luogo, che mai non vi si
farà frutto. Io me ne voglio affaticare
in pregare il mio buono
Guido, che per voi duri fatica
in pensare, ec
.. Voi anche mettetevi tempo, per Dio. Se
direste: Tu come fai? dicovelo. S'io avessi male in sul letto
un
anno, non farei altro ordine o altro
testamento; cioè, che
quel poco o pochissimo c'ho, sia de' miei
figliuoli, chè
altrove non è da pensare. Ben farei a dare alcuna cosa di mia
mano; che so che vale quello che vi disse la
Monaca da
Pisa:
ma voi non ve ne ricordate. Ella viene ora a entrare nel
santo
monistero di
Santa Brisida, che fa
messer
Antonio. E
messer
Antonio
vende tutto ciò che ha; e dotalo: e ha
vestite
tre sue
figliuole: e già v'ha delle compagne di
santa Brisida
che con lei s'allevarono. E molti grandi
monisteri sono
levati in
Roma, in
Svezia, in
Grecia e in
Ponente. È tutto 'l
mondo sempre di questo nuovo amore, che Cristo ha mostrato a'
cristiani per lei. E non è vent'
anni ch'ella morì, a
Roma,
allato a
San Lorenzo in Damaso, presso a'
muri della
chiesa
ove l'Angelo, che Cristo le mandava ogni dì, le dettava le
lezioni e la
regola de'
monisteri ch'ella dovea ordinare. La
cui vita e
regola la
Chiesa ha approvata, e lei
calonezzata
di presente. Truovansi scritti da' discepoli e dal confessoro
suo, di lei, nel primo
anno,
centinaia di miracoli, i
quali tutti ho letti; di ciechi, sordi, muti, zoppi, leprosi,
secchi, dogliosi, morti e risucitati; e massime nel
traportare si fe ora il suo corpo da
Roma in
Svezia. Et ebbe
questa maravigliosa donna
marito e
figliuoli; che vi direi
cose che, per udirle, lascereste lavorare i
manovali, a'
quali attendete più ch'a Cristo. Che non sarebbe punto da
maravigliare, alle cose a che vi mettete, che non accaggia
qualche isciaura o di legno o di pietra o di caduta, da non
esser mai contento. Confortisi la donna vostra, benchè sia in
matrimonio: e appariamo da costei, come ella fe; e faccianne
parte, e saremo salvi. È vero che 'l forte della sua
perfezione fu nello stato vedovile. E come ch'io non abbia
ancor potuto avere el suo grande
libro, ch'ella lascia al
mondo, che si chiama il Libro delle Rivelazioni, che Cristo
le fece, e dettolle di parola a parola; pure, per quanto ho
letto nella
Regola ch'elle lascia a' suoi
monaci e
monache,
la somma e l'effetto della 'ntenzione del Nostro Signore in
questi tempi d'oggi, cioè nella nostra etade, è questa:
Ch'egli vede guasta la sua
Chiesa, e vede che e' non può più
sostenere che non provvegga alla salute de' cristiani. E
dice, ch'egli intende fare una
vigna nuova che renda frutto;
e farla in buona terra, di buoni
vitigni, con buoni
lavoratori, che renda il frutto suo a Dio. E tutto vuole sia
per onore e per gloria della sua santissima Madre. Il perchè
e' vuole siano nuovi
monisteri tutti di
Nostra Donna, in
luogo di
questa
vigna. E certo, se vivete punto, vedrete costei
esser stata uno sole, uno vasello di Cristo: vedrete
preti e
gente disutile rinnovarsi: vedrete le profezie adempiersi,
che parlano contra ' rei cristiani. Io sono stato col
Vescovo,
che mi fu detto ha tanto fatto, ch'egli ha quel libro dello
Rivelazioni segrete di Dio: e dicemi, che mai non ristarà di
predicare questo nuovo amore che Cristo ci mostra per la
persona di costei. Tutti i dubbi delle Scritture, or l'Angelo
or Cristo or
Nostra Donna chiarisce a costei; in persona, a
faccia a faccia. La teologia e le sentenze, sopra che i
maestri s'aggiravano, assolve e chiarisce maravigliosamente.
Il perchè io vi priego e conforto; come che vile e fracido
sia, e presuntuoso a scrivere di tal materia, che è come se
un porco o una capra volesse parlare del tessere la
seta; che
vi piaccia a di questo cose porre l'animo, la mano e la
persona; se piacesse a Dio avvisarvi di qualche cosa, che
fosse vostra salute e suo onore.
Dice questa donna di Dio in un apparlare facea con Cristo, o
vero con l'Angelo (s'io mi ricordo bene), che Cristo le dice:
Sai tu come m'è accetto uno servigio o uno amore che mi
mostri uno cristiano, che quasi per forza, cioè al capezzale,
mi mostra volermi servire? come se voi uomini voleste e
comandaste servigi ad altri uomini,
et essi nol facessono e non se ne ricordassono, se none
quando gli aveste messi ne'
ceppi o nelle prigioni; e allora
dicessono: O! io sono tuo, ec
..; e prima, di
pagare il
debito
non si fossono ricordati. Così io accetto i servigi fatti in
libertà d'animo e in carità ed amore, sanza essere stretti:
degli altri reputo quasi l'opere per nulla. Che se io
ordinasse che catuno non potesse fare se none servirmi, nullo
premio sarebbe a coloro che mi servissono, perchè non
sarebbono in loro libertade.
Or io fo fine, chè troppo sono trascorso. Ma piacesse a Dio
ch'io conoscesse i miei difetti come a me pare vedere
l'altrui: e caro arei mi fossono ricordati. Priego io voi
reverentemente, che accettiate queste cose in amore; però che
tutti i cristiani e tutti i buoni debbono esser e sono un
pezzo e un corpo e una vite: e che da me siate paziente di
ogni cosa; che tutte le vostre lettere leggo volentieri
quanto più sono lunghe. Sono a' piacer vostri. XIII di
novembre. Voi sapete chi io sono.