«Al nome di Dio. A dì 29 di
giugno 1401.
«Ieri n'ebbi una vostra, fatta a dì 25, risposta d'una mia. Rispondo
appresso, e dirò brieve, perchè parte il
fante da
Vinegia; e io sono con
pena assai, e co la donna nel letto: che di tutto sia lodato Iddio.
«Di
vino bianco, nè di
Tommaso, non vo' dire altro. Egli è agevole a dire,
Fa' così! ma la grande malagevolezza è a farlo, alle volte. Io non saprei
vedere modo al presente di venirne, sanza grande pericolo. Altra volta
dirò sopra ciò, se piacerà a Dio, e farovvi chiaro di quanto io vi dico. E io
sono disposto di no lasciare il pagone per uno pulcino. A me pare
centomila
anni d'essere costà: e come io ci vedrò il modo, sarò mosso.
Se que' delle
Prestanze no mi possono attendere, facciano quello che
piace loro: più contento sono d'essere trattato male che bene, per avere
cagione d'andare a salvare l'anima: chè altro non disidero in questo
mondo; e se io vivo un poco, io vel mosterrò con effetto per modo, che
voi e molti altri, che vi date a 'ntendere il contradio, ne starete
maravigliati. Or piaccia a Dio
concedermene la grazia, se 'l gli è di suo
piacere.
«Voi vi date a 'ntendere che io voglia istare sempre ne' viluppi; e non vi
ricorda di quella novella di
messer
Giovanni Auto. Ma questo fatto
non è agevole a fare, come il filare. Se tutto il mondo mi predicasse, io
non perderò la speranza di Dio, come che io no la meriti: io mi do pure a
credere che mi presterà de la sua santa
grazia. Ma voi siete di quegli Infedeli di santo Tommaso. Ma se io
m'
abbocco con voi, io vi farò chiaro che io non voglio stare co le reni
volte di sopra, ma voglio stare rovescio: e se voi vorrete istare
altrimenti, io vi lascerò istare: e partiremo amicizia e
comparatico: e poi
quando noi ci ritroveremo nella pillicceria, e noi ci faremo motto, come
fe Lazzero a quello ricco: e dommi a credere d'essere Lazzero, e voi il
ricco.
«A niuno farò
iscritta, che voi nol sappiate prima. Tanto sono incantato
di più cose, che io non mi ricordo di quello
Chiarito: o voi me lo chiarite,
o io cercherò tanto, che io il troverò per le vostre lettere. La
Margherita
hoe confortata; ed ella si dà pace, considerato lo stato della
sirocchia:
ed ha ragione, e riputeselo in grazia; e io altresì.
«Per questa non vi posso dire altro. Cristo vi guardi, come fe Giobbo
insino alla fine.
«Per parte della
Margherita e mia salutate la
comare centomila volte; e
benediteci tutta l'altra
brigata. -
Per
FRANCESCO DI MARCO da
Prato, in
Bologna».