+ Al nome di Dio, ame
n. Dì III
sette
nbre 1383.
A dì p
rimo di questo, co
n lett
ere di
Buona
nsegnia r
icevetti vostra
lett
era, la quale mi fu di gran piacere, solo p
er sapere di voi novelle, (e) simile di
tutta vostra gie
nte, le quali sono sane, p
er la Dio grazia, salvo
Grighora. Nostro
Signiore la facci sana e gli altri ghua
rdi p
er l'avenire! A la lett
era vostra
r
ispondo ap
resso.
Io no
n so io medesmo che schusa farmi che ligittima sia e a voi eccietta del
none avervi più spesso scritto, e a buona fé, più n'arei, alchuna asai ligittima.
No
ndimeno p
regho voi che fino a oggi abiate p
erdono, ché p
er l'ina
nzi vi
ristorò, e ancho lo scrivare mio non è di sì gra
nde inportanzia che a voi,
co
mputate vostre face
nde, no
n vi
debia essare tedio. Ou
nche che sia, poi che
chosì volete, farò vostro volere.
E visto ò il gra
nde amore portate a me (e) a mio
fratello, e questa è la gra
nde
vostra bo
ntà; non è meriti nostri, ma ben p
regho nostro Signiore che mi dia
grazia di fare chose p
erché p
er l'inanzi il ghuadagni, ché il buono volere c'è, e
tutto gio
rno cresce.
E più ò visto chome di chostà (è) la moria p
ertutto, (e) bene arei charo che
pezza à foste di chostì partito (e) ito a
Gienova (e) da
Gienova in
Lonbardia, ché fare
si poteva. Or chome che sia, fino a ogi no
n è fatto. P
er Dio merzé, che se più
dura, il faciate, benché il tempo le viene omai co
ntrario. Voi sete savio (e) meglio
il farete no
n dicho.
Visto ò qua
nto dite dello scrivare vostro a
Buona
nsegnia (e) chome volete
aco
nciare e fatti vostri, cioè dell'anima (e) del corpo, la quale chosa forte mi grada,
no
nché p
er dotta
nza del temporale, ma solo ché al migliore tempo dell'
anno (e)
al più sano si dorebbe p
er tutto huomo fare, ché nesuno sa dell'ora, p
er che
in questo forte vi cho
nforto. Nostro Signiore lunghame
nte vi gua
rdi, sì che
p
er lungho te
mpo v'abiate a tornare!
Chome p
er altra vi dissi, p
er questa il simile, io vegio il gra
nde amore mi
portate e chome sul bene fare mi co
nfortate e i
l rispetto avete verso di me.
Ta
nto vi dicho che qua
ndo sarà piacere di Dio e vostro, io mi re
ndo sichuro di
fare il
piacere di Dio p
rima, e ap
resso l'onore e 'l p
rofitto vostro, e simile gli
altri, o via meglio p
erché più sanno. Nostro Signiore vi co
nte
nti co
n vostro
p
ro di questo (e) d'ogni altra chosa disiderate!
Con
Buona
nsegnia sove
nte mi ristringho p
er molte chasi
[sic] ochorgono,
(e) certo la sua bo
ntà di me fa chome di sua chosa, (e) simile d'ogni altro di
chasa.
È troppo buono, e volo
ntieri mostra della virtù sua a chi ap
rendare la vuole, ed
è huomo che fare' bisognio che semp
re vivesse. Voi chonosciete la natura mia e
sapete che senza padre mi so' nudrito, e 'na
nzi un pocho sfrenatetto che no
n,
e forse p
er questo potria essare alchuna volta fallirei. P
er che vi p
regho a lui
mi raco
mma
ndiate,
ed io giusta il mio conosciare p
er rispetto di voi (e) de la
vertù (e) bontà sua ne fo (e) farò chome di padre, (e) simile p
erché mi pare che da
lui arò ancho migliore
canbio. Nostro Signiore me ne dia la grazia!
E chome p
er altra vi dissi, re
nde
tevi sichuro che nessuna fadigha m'è
nessuno vostro fatto, né p
ropio né chomune, purch'io sapessi o potessi fare vostro
p
rofitto o piacere. (E) a buona fé le chose vostre mi sono al chuore, (e) chosì so'
disposto di fare tanto qua
nto sarà piacere di Dio (e) vostro.
Visto ò qua
nto dite sop
ra e fatti d'
Arig
huolo (e)
Roma
nello, e p
erché io
so che p
er Buona
nsegnia ve ne fu iscritto a compime
nto, no
n mi stesi a
scrivarvene, e pe
rché simili chose, qua
nto più si richordano, più dànno afrizione,
chome che di questo no
n chale, p
erché Dio merzé con male honore, simile co
n
danno che ne lo' seguirà. Sì che, poi che le chose sono a buon porto
ed èssi
ri
nvenuta vostra dirittura e avete vostra chosa libera e d'ogni spesa (e)
danno sarete
sodisfatto, no
n voliate p
er Dio scha
ndolizarvene più. Lasate che l'opare loro
medesme lo' dànno punizione (e) fanno loro verghognia, ch'a buona fé le loro hopare
sono chonosciute p
ertutto, (e) lasciate fare a la fortuna, ché l'opare loro lo' faranno
fare mala fine.
E qua
nto sop
ra e fatti vostri, vi dicho che asai vostri signiori
ed amici si
sono richiesti, e trovasi pocho amore in nesuno, se no
n parole. Bisogniavaci I
.a
lett
era
da
mes
ere di
Vig
nione e no
n si poté avere al modo ci bisogniava, no
n
co
ntradice
ndo ragione; (e) simile
mes
ere
G
iovanni (e)
mes
ere Ghi, e chosì
ogni altro, e credetemi tutti chosì fatti si trovano. È buono a p
re
ndare senno p
er
chotali chasi. Or in ciò no
n mi ste
ndo in più dire.
Noi siamo tutti sani, grazia a Dio, e tutti aviamo sentito un pocho. Ma
ngiamo
del buono e fuore di tempo, ch'a buona fé pare che questa
chasa sia distinata a
questo. Diviene alchuna volta p
er face
nde (e) alchuna p
er uso. Or chome sia,
noi siamo pur sani (e) omai fuore del tempo disfezioso, ché qui no
n muore quasi
p
ersona. Duremo pocha faticha fino che tutto sia asolato, e poi a tempo
rimettaremo le
dotte.
Donna
Biatrella no
n ci à
pag
hato anchora, no
n ch'adoma
ndati non si sieno,
(e) simile
mes
ere
Stefano di Miramonte, né
mesere di Maschona. No
n resta
p
er solicitare, ma e' pare che le mura sia
n frottate: no
n ci si trova
d
enaio in p
ersona. Solicitarassi qua
nto si potrà a' tempi.
Simone di Gherardo si sta povarame
nte a
Perpig
niano, e qui no
n fu gra
n
tempo fa. Se d'ave
ntura ci viene, li farò vostra enbasciata. Parmi sentire sta
povarame
nte. Nostro Signiore li dia buona ventura, ché gra
n pecchato n'è!
Antonio di Pavolo è ito a
Mo
mpulieri gra
n tempo fa, (e) là è
p
er stare una pezza, p
erò che
Niccholò die venire chostì.
Buona
nsegnia v'avisarà chom'è stato e
n piacere di nostro Signiore chiamare a
sé
mes
ere
Amari d'Agrafoglia. Nostro Signiore gli abia pace a l'anima! Mis
ere
G
iovanni è a
Parigi p
er l'asenbrata de·
re. Abiàne p
erduto buo
n signiore,
ché a buona fé era ben dritto buono huomo e vero vostro amicho. Or no
n si può più
che Dio voglia. È mo
rto al suo
benificio, cioè al suo
chastello, e là è 'l co
rpo suo.
Or nostro Signiore sia di tutto lodato!
P
er vostra parte ò salutato li scrittimi e ogni altro vostro amicho, e quali fino a
qui sono tutti sani, salvo, chome arete saputo, la
Madalena e le
suoro tutte sono ite a
paradiso. Nostro Signiore l'abia co
mpiuto p
erdono!
E di poi arete sentito l'enpacio datovi p
er la
Chamera de' fatti della
reda di
Buonaco
rso, cioè de'
f
ra
nchi CXL (e) de'
fiaschi, ché di fatto ci fu voluto fare
pag
hare detti
d
enari, (e) di poi sono le chose un pocho rifredate, (e) forse ci sarà
fatta ragione. Dio lol metta in chuore che la ci facciano! Farassi p
er ciaschuno sua
diligie
nza. No
n ci sia fatto altro che r
agione. Or
Buona
nsegnia v'avisarà
sop
ra ciò a pieno.
Io no
n so che altro v'abia a dire, se no
n darvi tedio e 'npaccio a legiare, e
no
n so che p
roferi
rmi, ché no
n ò che, se no
n ch'io sono tutto vostro senza
nesuno co
ntradio. P
er Dio, racoma
ndatemi a
Buona
nsegnia, qua
ndo li
scrivete. Dio sia semp
re ghua
rdia di voi e vostre chose!
El vostro
Andrea vi si racoma
nda di
Vignione.
[indirizzo:] Francescho di Marcho Datini in
P
rato. A
[mano di Matteo; data di ricevimento:] 1383, da
Vigno
ne, a dì XXV di
sette
nbre. R
isposto.
[mano di Francesco di Marco; annotazione:] Volssi mostrare questa lette
ra a chi arà a
chonossciere dello
salaro di
Boni
nsengna, acc
iò che vegiano che chostui sa scrivere
chome
Boni
nsengna.