Al nome di Dio. A dì II d'
aprile 1394.
Riccievetti tua lettera per
Nanni da Santa Chiara e chon esa
più altre lettere: òle fatte dare.
Del fatto della
perdita òne inteso quanto dìne: Idio, per
la sua miserichordia, ci dia grazia, che
Niccholò e noi le portiamo
in pacie.
Del fatto di
Lodovicho di ser Iachopo e di
Giovanni di Simone,
pilicciaio, no' poso fare più che
ser
Chimenti si voglia;
tutto dì gle ramente, ed egli dicie che tt'àne iscritto e dice che
Cristofano
(à) da venire qua; egli, pertanto, da domani i' llà ci puote
venire e facci egli, ché farame meglio che niuno o, se no' ci potese
venire egli, potresti fare
Filipo tuo
prochuratore e a questo modo
se ne potrebe chavare le mani; ad altro modo no' se ne chaverano
mai.
Nannino non n'è potuto istare qui, ché bene l'arei tenuto.
Meo se n'adrà istasera, perché no' ci sarà più di bisogno qui.
In
piaza no' vene ieri nulla opera; per le
bestie abiamo
chonperato
trenta
istaia di
spellda e chonvienci mandare per eso, ed
èci di lunge quatro
miglia, e
chosta
s
. otto,
d
. otto, è nata tra 'l
grano; dicie
ser
Chimenti, ch'ella è buona chom'uno buono
orzo;
ècisi
venduto l'
orzo
s
. quatordici.
Delle chose ch'io ti mandai no' m'uscino di mente, anche le
lasciò
Nanni da Santa Chiara alla
tinta, perch'avea trope grandi
some; dicie che domattina te l'arecharà.
Mona
Piera se n'è partita istasera da mene: quromene pocho,
perch'èra sì difamato che io mi verghognava ch'ella mi fose veduta
in
chasa, e chon questa dubitavo, chom'io ti disi quando fune
chostà, no' fose leale; verghogniavomi ch'ela venise mecho in
niuno luogho e lasciare no' volevo andare cho' lei la
Lucia sola.
Io no' sono uscita di
chasa, poscia ch'io tornai qui per questa
mia ghanba perché m'àne detto il
medicho ch'io no' ll'afanni tropo,
ghuarone ogi mai tosto. (volgi)
Teròne mecho mona
Lorita o mona
Ghita o qualchuna di
queste nostre amiche, sì che tu ne sarai chontento; dine alla
Franciescha,
che se ne le viene niuna a le mani buona, che si faciese
per me, che ne istia inn sé e io ciercheròne quane s'io ne troverò
niuna.
Sapi dalla
Franciescha d'uno
choltellino di mona
Nanna di
ser
iSchiatta
chon due
ghiere d'
arienta, che dice lo lasciò a tavola:
fate di ritrovallo e mandatelo a mene, ché no' vole che
ser
iSchiatta
lo sapi.
A
meser
Piero mandai la metà de'
chaperi che ttu mi mandasti.
Chon questa fia una lettera ti manda
meser
Piero e una di
ser
Chimenti.
Altro no' dicho: Idio ti ghuardi.
per la tua
Margherita, in
Prato.
Franciescho di Marcho da
Prato, in
Firenze.
1394 Da
Prato, dì 2 d'
aprile.