Io ricevi tua lectera, nella quale scrivi come
Benedetto ti strenge
della
dota della
Lisa. Di questo mi maraviglo perché mi scrivesti come avevi
tolta donna
e avevi
fiorini CC di
dota
e son certo non ti bisognava far
tanta spesa che tu non
avançassi
fiorini C per dare a
Benedetto però ch'avevi
panni dell'altra tua donna. Non so che te n'abbia fatti. Dell'atta ti scrissi
era bene in maritarla. e a far questo era contento della terra abiamo a comune
s'
inpegnasse, tanto ch'io vi fosse,
e questo si può fare al
marito o con
altrui.
E se questo non si può fare, dividiamo le
case e le terre e poi
vendi quel che ti pare.
E come io scrivo a
Monte, di questi XV dì io vi
scriverò: diliberato ò di venire o di mandare per l'
Antonia, e allora capiteremo
tu e io.
E se ll'
Antonia venisse qua, potrai farle co
npagnia. Inprima
non so che sia utile tua venuta di qua, se ll'
Antonia non viene, se non a darti
travaglio e spese all'andare
e al venire. E' vi pare andare all'
orto a
venire di qua, be· llo vedrà
maestro
Giovanni che non ci è anchora, e 'l
compagnio ci è stato tre dì
e pentese
e non sa che farsi né truova chon
chui aconciarsi. De' facti del
maestro
Giovanni io scrivo all'
Antonia. Leggi la
sua lectera. Con
Monte scrivo di miei facti e mia intentione. Sia con lui; esso
te ne '
nformerà, ch'io non posso tanto scrivere. Saluta mo
nna Giana, la
donna,
e tucti. Idio sia sempre teco!
Per lo tuo
maestro
Naddino in
Vignone, a dì 25 di
gennaio.
[sul verso:] Bandello d'Aldrobandino Naddini in
Prato.