Al nome di Dio, amen. Dì 11 d'
ottobre 1396.
A questi dì per da
Pisa v'abiamo scritto il bisongno e vostre
lettere non ò sì che ora è pocho a dire.
Come detto v'ò, e
chotoni ebi e trista chosa sono. Truovasene il
più
lb
. 12 cento e intendete a tore tanti
fustani quanto monta e
apresso dare tanti
danari quanto monta i
cotoni e tornne
fustani.
Di che fo conto ò bisongno di
balle 12 di
fustani, e in questo fo
conto ne va 13 o circha, di che torò e
fustani per lo
pregio e sì
darò e
cotoni per
lb
. 12, e se volessi
vendere a
danari
lb
. 11 1
/2
se n'arè. Ma perché a me ataglia e a voi è utile, il fo e sì
pagherò i
danari inanzi tratti tanto quanto
vale i
cotoni e, se al
serare del
merchato potrò fare meglio, l'
utile sarà vostro. E
conta
fustani
s
. 54 1
/2 e per lo
pregio de' simili tolgho tuto dì
e per meno
s
. 1 o
d
. 6 ma che si sia, e conta
s
. 54 1
/2 e per lo
pregio li fo buoni. E questa sorta di
fustani arò tra di qui a
tutto
novenbre e no vegho da potere mè fare. Tuttavia, chome detto
v'ò, rispondete sopra questo e in questo mezo se trovassi da fare
meglio il farò ma non potendo melio questo non mancherà ch'i'
chreda per modo è la cosa e sì ò a fare con buone persone.
Rispondete or voi se fatto non è.
A
Vinega a que' di
Zanobi ò detto mio parere sopracciò che di
certo questi
cotono è trista sorta. Or non so chome sopramisono i
panni, potrebono avere fatto su ne vorebono, i meno credo, ma pure
qui de'
chotoni non si truova più.
Le
scharlatte non s'è fatto altro: solecitole a mio podere di
finille, saprete che seguirà.
Quando di
contanti arò di vostro, vi
rimetterò a
Vinega.
Né altro per questa vi dicho. Qu
i è fame di
danari ma tosto ne
dovrà surgere ch'è durata asai.
Fustani e
lane a l'usato e pocho si fa.
Saràcci 1 a
Francescho e 1 amico, date. Per
Vinega 1 1
/4,
Pisa 1
pegio,
Gienova 1 meglio ch'è buon dì non fu di dire.
Cristo vi ghuardi.
Tommaso di ser Giovani in
Milano.
A
Domenico non iscrivo per questa, òllo fatto ne' dì pasati. La
roba sua e nostra di ragone dovrè gungere ogi a
Ginevra e 9 dì è
poi a
Vingnone, Idio la conducha. Ditegli questo e più che 'l
fardello di
veli di
seta non è anchora arivato.
Francescho di Marcho e
Stoldo di Lorenzo,
in
Firenze.