Al nome di Dio, amen. Ieri andai a visitare monna Margherita, che non sapea ch'ella ci fosse, se non perchè mi chiese il fanciullo. E fra l'altre cose, ella impuose un'ambasciata a Guido di questo effetto, cioè: Guido, monna Margherita vi si raccomanda; e duolsi con voi, che voi la fate qua tornare, [] dovendosi stare Francesco a Prato. Guido, udito così, mi disse stamane alla predica, ov'io era: Scrivi a Francesco, ch'io voglio che torni. E che ora è tempo ch'io gli voglio parlare: e faccia non manchi, però che 'l tempo pur ne va. E a me par pure appressare alla morte: [] voglio mi sia mai rimproverato, ch'io ne sia stato negligente. Udito che m'arà, faccia poi la sua voglia. Questo è l'effetto delle sue parole. Francesco, voi conoscete Guido; ma non per tanto savio [] quanto egli è: perchè spesso forse vi pare, che e' faccia e non faccia più [], ec.. E così pare anche a certi, che in tutto nol cognoscono. Ma egli è molto [] muoia prima di voi; e mai non piagnerete altro che la sua assenza, e il non averlo conosciuto. Iddio, ch'è solo quel Sole ch'allumina l'anime, allumini voi, sì che veggiate [], e se è vero quello vi scrivo. E però tornate, anzi che e' sia in altra andata o in altro viluppo; che ne dubito: chè poi non l'areste come ora. Tutte le cose stimo [], o in pigliar partiti buoni, come dice Boninsegna. E ora la sua morte vi sia essempro. Se Guido gli avesse voluto dire uno suo bene e onore, ed e' fosse stato negligente; [] morto, come voi, ch'eravate suo amico, riparereste dopo morte? [].