No ier l'altro cominciarono e
cittadini sopr'alla
prestanza a essere
stretti di raunarsi, e cosė si fa: prima nulla faceano. E per ancora non
hanno auti i nomi delle genti. Pensate quando cominceranno! Sento č
grande garbuglio, star tanti a
cerchio sopra una cosa; e catuno vuol
rendere la sua ragione. E non ci č poi altro vaglio: perō si pensa pe'
savi, che questa cosa andrā per lunga. Io non ve ne dico spesso, nč voi
a me; chč non bisogna. Al tempo debito saprō, e voi saprete. Quando mi
strignerō con l'amico, penso daremo buon ordine; e se ne scrivete qua,
nulla dite: in somma, che non sapete quale č meglio, Iddio provvegga a
voi o onesta prestanza o villana; e che ancor non sapete diliberare qual
sia vostro meglio, in tal parte avete messo l'animo, e di qua resta poco;
e che tutto rimettete in Dio.
Non so che v'abbia altro a dire, tanto ho detto in una che pių dė fa
mandai al
fondaco; non so se auta l'arete: penso no, chč
fante non ci č
ito da
mercoledė in qua. Se non che arei consolazione udir di voi, che
sapeste soppiantare le cose vane, e che trovaste modo ogni mattina
andare o a Messa a buon'ora, o a buon'ora stare in
coro nella
casa di
Dio, e pensar di lui un poco; e del tempo che perdono i bestiali, c'hanno
messe le radici a far foglie solo per lo mondaccio o per la carnaccia, o
per soprastare o odiare il prossimo; e del tempo ch'acquistano le buone
menti a mettere le barbe in luogo, che l'uomo soprastia in ogni suo
pensiero,
e tenga sotto piedi, come vane e letamose cose, tutte le cose del
mondo: amando pių Dio e i suoi comandamenti, che qualunche altra
cosa che sia; e non fidandosi nč in suoi avvisi, nč suoi pensieri, nč suoi
amici,
parenti o cose o
danari; ma solo nel guidamento che Dio fa di
coloro che in lui sperano. Cristo ci aiuti. Io ho consolazione di dir con
voi; con altre non ho pių; e ho spesso in
casa e fuori dolori assai, e
fianco doppio: vo' m'intendete ove debbo avere conforto e quiete. A Dio
commetto tutto, ma non come io dovrei. -
LAPO vostro. XX
marzo.