Ricordanza a voi
Mess
. Giovanni e
Stoldo di quello che ò auto a fare con
Bartolomeo
e
Angniolo
dipintori secondo che mi ricordo e secondo nostri
libri: provedete voi poi, come molto savi, i modi che vi pare a tenere con loro.
Avendo io
Arigo in
casa,
Niccolò
dipintore mi disse più
volte: io voglio che tu abi a fare con uno mio amicho, il quale à nome
Bartolomeo, e faratti
piaciere e piacieratti tosto, e fecielo venire a parlare con mecho, e così fecie, e rechò molti
asempj di
charte. E volendo io fare patto con lui, e' mi disse ch'e' non volea fare a
denari, ma
che verrebbe e farebbe alchuno lavoro, e fatto il detto lavoro, e' mi direbe quello che ne volea,
e ch'egli era certo ch' io ne gli darei più che no me ne chiederebe, e in caso che non mi
paresse che si ponesse
[] domandase più che ragione, che la volea rimettere ne la mia
choscienza. D
... [] vene, e chominciò a lavorare e io m'inamorai de la sua filosomia e
delle sue parole ed e' si inamorò de' miei
denari e de le mie cose, e mai non mi disse nula nè
io a lui. Idio facci chonosciente chi à auto mala intenzione l'uno inverso l'altro. La verità è
come apresso dirò secondo i
libri miei, che non si può dire il contradio a ragione, e puosi
riprovare tutto.
E ci venono a dì xviiij di
settembre 1391, e andaronsene a dì xxj di
diciembre, anno detto, e in
questo mezo mandorono alchuna volta a
Firenze a fare loro faciende. Il perchè io truovo
(sbattendo le
feste comandate, e possono avere lavorato circha a due
mesi o meno) che la
metà di questo tenpo ano messo il tempo in fare i ponti e
macinare
cholori e dipigniere regholi
da
palcho che
[] questo arebe fatto bene come loro, che per
soldi otto il dì, o il più
soldi
x, sarebe stato di grazia,
e voi vedrete per quello che domandano ch'a chostoro tocherebe
fior
. uno il dì per uno,
contando
cholori e spese, che quando Giotto era vivo credo faciea migliore
merchato. Voi
sapete i nobili
lavorij che m'anno fatto. Cierchate per
Firenze a quelli che anno fatto dipigniere,
e vedrete chom'eglino si ponghono al dischonvenevole, perchè trovarono il terreno molle,
vorebonmi fichare la vangha insino al manicho per la vilania ch'i'ò fatto loro in
chasa mia,
che Idio mi ghuardi da le mani dei loro pari.
Cercate uno
maestro ch'è scianchato, che dipinse le due
logie di
Mess
. M
... etto, e vedete
quello ch'egli ebe il dì. Anchora trovate
Guccio che à uno fratello che sta con quello
fabbro
grosso in
merchato vechio dirinpetto a la
chiesa, che dipinse la
casa di
Biagio di Lapo Peruzi, e
sapiate quello gli tochò il dì. Anchora potete ricercare d'uno
maestro che voglia venire a
compiere quello che ci è a fare, che non è meno che quello ch'è fatto, ma più; che pure la
casa
di fuori al modo ch'el
giardino è più che tutto il rimanente, ma fassi col
penello da
'nbiancare la
magiore parte.
E' domandano secondo la
scritta che si fe' qui come apresso dirò e come vedrete per la
scritta
di mano di
Mess
. Giovanni e di
Simone.
E' domandano per la
logia di quello che ano fatto egliono (che
Arigho e
Niccolò ne feciono
quello vi sapete, che per mio aviso e' la feciono in XV die a miei, cho l'
oro e
orpelli e mie
spese)
lire 97.
s
. 10
d
. 9, che anchora il vorò fare rimisurare, che tocherebbe loro il dì più di
lire vj ad amendue, come detto è di sopra, a mie spese e mie cose. E bene dano nel
segnio,
che questo dì m'à detto il
fornaio che ragionando i detti
dipintori d'andare a fare l'
Ognasanti
costì che
Nicolò ebe a dire che voleva che que' tre dì gli
valesono
fior
. iij
d
., e disse loro che
meno di
lire iij non dimandasono per uno; facieano come soleano fare i chativi in
Francia, che
la sera quando erano in
brigata si facieano richi in parole, e la mattina si trovavano pure al
modo usato. Ma s' io l'avesi saputo di buonora, mai no v'arebono dato cholpo di pennello.
E' domandano de'
marmi de la
corte, per
braccia 218,
soldi 1
den
. X per
braccio, che, chome
sapete,
Arigho mette
den
. 8 a quelo del
Ghorgia.
Per lo grondaio de la
corte
fior
. tre
d
. che questo arebe fatto
Ilegno bene come loro per
fior
. uno.
Per li
travicielli del
palco adomandono
soldi 1 per
braccia 288: di questo vi potete informare
bene costì, a loro spese e a loro
cholori e
chandele, e provedete sopra a ciò.
Per
bosoli de la detta
sala
braccia 74 1
/3,
den
. 4 il
braccio, e regholi
braccia 1018, che
tutto vorò rivedere, il
cientinaio
soldi 25, che anco vi potete informare di questo.
E per
imbiancare le
tavole di detta
sala
soldi 20: ancho questo potete vedere.
E per
ala dinanzi il
muro a
marmi e la
volta a
gigli di
stagno mettono tutto a un
pregio
per
braccia 222 1
/3 a
soldi 3 il
braccio, e mette i
marmi con quei
gigli, e credono altri non se ne aveghi che in vj dì ebono fatto tutto.
Per la
chamera terena, che vi penarono suso meno di xv dì, ma contiamo 15, adomandono
lire
lxxvj
soldi vj
den
. viij a mie spese e mie'
cholori, come sapete che
lire ciento o più verebe che
la pari di questa, che credo non vadi meno, che questa mi vene meno che la metà.
Per li
marmi del
giardino che feciono chol
penello da
'nbiancare
fior
. xiij
soldi xv
den
. x.
Per
tingniere il
teto del
giardino
fior
. 1 1
/1, che
Ilegno à
tinto la
botegha d'uno
chalzolaio
per
soldi xv: cierchate costì quello ch'
ano gl'
inbianchatori e
macinatori di
cholori, e vedrete
come mi voglono inghanare, che voglono
lire iij il dì e le spese e se quest'è il
pregio buono che
mi dovea fare
Bartolomeo, che questo
lavorio si potea fare uno di loro con uno
gharzone che
ano l'
ano costì
lire L in lx sanza le spese; ma perchè partirono così mal volentieri di
Firenze, ci
venono amendue molto tosto perchè trovaroro buono
hoste, come dissono una sera in
brighata, che potre' dire che pure di
legnie che arderono il dì e la notte e di
chandele n'are'
fatto la metà de
lavorio.
Perch'è molto notte, e no mi ricordo d'altro per ora, e d'altra parte
Mess
. Giovani è tanto
praticho di questo fatto e degli altro è sì savio che non bisongnia intorno a ciò dicha molto, che
sono cierto farà meglio ch' io nollo sapre' dire, e pertanto provedete nella ragione io abia mia
ragione ed elino la loro, e da voi atendo a dì a dì quanto seghuirete.
E richordovi della
casa di
Gherardo Bartolini e de la
chamera del
Podestà e ogni altra
dipintura,
sì che posiate vedere bene tutto, ch' io non dormo nè dì nè notte ch'io non abia questo fatto
nel chapo, e pertanto provedete bene sopra ciò e trarmi questa malinchonia del chapo.
Io vi mando con questa una
scritta di tutte le cose anno fatto e de'
pregi domandono, e di
quanto ci sono stati e de' dì ano auto, e pertanto vedetela e provedete sopra ciò.
E fia con questa una
scritta degli amici e chostì aoprateli di quelli vi bisogna; e provedete i
chonsoli non ci faccino torto ch'io abia mia ragione cho loro, e che se io gli soprapaghassi più
non fosse douto
fior
. x
d
., l'arei per pegio che perdarne 50 in mare. Provedete a tutto.
E atendo quanto tu,
Stoldo, arai seghuito della
ricordanza ne portasti del
figliuolo di
Mess
.
Filipo Ghuazaloti e del
dipintore d'
Arezo e del
maestro delle
doccie e d'ongni altra cosa rispondi
a tutto.
Non vi dicho altro per questa. Avisate. A dì per
Francesco di Marco di x.
Mess
. Giovanni di Gherardo e
Stoldo di Lorenzo in
Firenze.