Al nome di Dio. A dì 13 di
magio 1394.
Riceveti tua lettera per
Nanni da Santa Chiara: apreso rispondo,
bene che pocho sia di bisognio. La chose dine pe' la detta lettera,
faròne senza più dire.
Questa che dovea menare la dona da
Lucha, l'àne menata,
e ve
nghosene ogi chostà; somi diliberata di mandagli a chavalo,
perché mi pare ti sia più onore e più bello servigio. La donna ène
istata di mala vaglia e non aveva niuna donna che venise cho' lei.
Mona
Guliva mi ritengho perché n'ò pure bisogno, ed ella ène
di buona
chondizione asai, sechondo mi pare, e no mi pare né
gh
iotta né ubriacha: per quella ch'io vegha per anchora niuno
difetto mi pare vedere i' lei, se no' che l'ène molta senpice; insino
ch'io non òne un' altra no' mi pare da mandarvela.
Mando
Matterelo ch'è la deta donna, e' rime
nerà le
bestie in
qua: egli ci
abergha ongni note, perché
Filipo se ne chontenta più
che di
Nannino; non è per niun altro difetto, se no' che
Nannino
no' si desta chosì chome
Matterello.
Se
ser
Lapo no' viene, vietene a stare qua alchuno dì.
Non òne data altra chonpagnia a questa donna, perché
marito
vene cho' lei e parmi che basti: ène una donna che merita ongni
bene, perch'ène una donna di Dio; se quello suo
zio ti vene a ringraziare
di nulla, gli rachomanda. Idio ti ghuardi.
per la
Margherita, in
Prato.
Franciescho di Marcho da
Prato, in
Firenze, propio.
1394 Da
Prato, a dì XIII di
magio.