Al nome di Dio. A dì 27 d'
aghosto 1395.
Questa sera abiamo auta una vostra, e quanto dite abiamo
inteso: apreso vi risponde a' bisogni.
Lodovicho di ser Iachopo vene
a
Bernabò e dise che avea bisogno d'andarsene in
villa, e dise che
andase a
Checho di mona Lea e iersera vi s'andò e non si tr
ovò,
sì che domatina faremo di trovalo.
Cristofano di ser Francia dice
ch'àe posto sue il
tetto e ogi chominceràe a chorentare; dice che ttu
gli mandi a dire se ttu vuogli che l'acqua vada fuori o dentro, dice
che, se ttu diliberasi di no'
murare uguanno, sarebe il meglio andase
di fuori.
Lorenzone ène di poi suto questa mattina qui e
charicherà
le
travi; se altro
charicherà, t'aviserò, e anche c'ène
Cristofano.
Il
Saccente àe seminato il
sovercio e rade delle prove no mandai
ieri, però che 'l
Fattorino istette tutto dì per portare le
tera ed
ène portata. Tutti i buoni
chalcinaci abiamo portati al
fondacho e la
teraccia abiamo portata alla ripa. La
mula no' vi mandiamo, perché,
di poi vene di chostà, le sono isceci
omori giù al ginochio; no' te
l'ò voluto iscrivere per no' ti dare manichonia. Se ttu fosi istato
qua, tu aresti fatto quelo che
Filipo t'avese chonsiglato, e chosì se
n'è fatto: ella ène miglarata, istamani la vuole
insanguinare perché
prima no' l'à potuta
sanguinare. La
muleta no' ti mandiamo per
Nicholò, perché avemo la lettera tardi e la
muleta ène al
Palcho e
à bisogno di
ferare: farela
ferare ogi, aviseraci istasera se vorai ti
si mandino. De'
pani di mona
Margherita no' vi si dice per ora
nulla: diràvisi per la prima, però non à bisogno ora e
Nicholò parte
i' freta.
Materela dice che arebe grande bisogno di
f
. 4 dell'
asina,
però dice gl'àe a
usura, e àne auto
bando. Perché noi atendiamo a
charichare le
travi, non vi si può dire altro. Idio vi gardi.
per la
Margherita, in
Prato.
Franciescho di Marcho da
Prato in
Firenze.
1395 Da
Prato, a dì 28 d'
aghosto 1395.