Al nome di Dio. A dì 25 d'
aghosto 1398.
La chagione di questa si è perch'io ò veduto una lettera di
Nicholò
per la quale di' che tti chontenteresti che noi venisimo chostà
per fugire i'
ranno chaldo: io n'ò bene magiore voglia, di fugirlo,
di te e chosì farò, s'io potrò; ma io no' mi potrei partire di questa
settimana per chosa del mondo, perché ò a fare fare
buchato e
sciorinare
panni e lasciare la
chasa per modo ch'io sia chontenta; e
anche, in questo mezo, sarei molto chontento di trovare una
balia
che fusi cho'
late frescho a questo fancullo di
Manno, in perciò che
quella che gl'à non n'è chom'io vorei, chome ch'egli sta per ora
bene asai, ma non farebe chosì per l'avenire, e pare che ne sia
spento il mondo, ché niuna no' me ne viene alle mani, e quelle
ch'io avea a le mani, che stavano per morire i
figliuoli, sono
ghuarite.
Tu di' che, se potrai avere domani le
bestie di
Ghuido, ci sarai,
sì che per questa non ci stendiamo in più dire. Idio ti ghuardi
senpre.
Per
Arghomento ti mandiamo la
chavalla.
per la tua
Margherita, in
Prato.
Francescho di Marcho da
Prato, in
Firenze.
1398 Da
Prato, a dì XXVI d'
aghosto.