Al nome di Dio, ame. Fata dì 16 di
marzo 1384.
In questi dì ricevetti vostra lettera di vostra manno fata dì 8 di
febraio e qui
rispondo brieve perché no sono io di tanto iscrivere chome voy sete che avete
l'usanza e potete durare la faticha.
Io no mi sono aveduto che con animo m'abiate iscritto chossa perché mi movesse
dal dovere e no so che vi muovi di dire che m'abiate iscrito con animo crucatto
che no mi pare l'abiate fatto overo che io sono sì grosso che no me ne avegho:
può essere che nel vostro anemo aveste cruco ma chome savio il riteneste in voy.
La mia lettera aveste fata dì 29 di
novembre e fatene risposta tropo acetoxa.
Anche vi dico che per la mia lettera no mi pare avervi iscritto sì
piacevollemente chome ditte. Ma voy che avette l'animo sì fatto che agradice
ongni chossa da l'amicho che che si sia fatte chome i savvi uomeni che con le
sue piacevolleze vi
ncono ongni chosa e tenette i modi che l'amico choviene
vengha a la vostra venia. Non so iscrivere né parllare per proverbi di savi
uomeni chome sapette voy che l'avete per praticha e avette istudiato ne la Bibia
con la vostra
socera che ve n'à fato sì prattico che a chatuno ne dareste
ischacho.
Sanza sparllare di persona, vi dico da chapo che mi tengho mal servito da'
vostri di
Pissa e oltre a ongni dovere
comprarono quelle
lane e con poco ordine
forono
insachatte che per ongni
balla à 30 in 40
libbre di
lana grossa che è ne'
pidicini de le
balle. E chostoro vogliono pure dire non e ll'è e pensano che io
sia un'ocha e vogionomi dare ad intendere uno per un altro. Debono considerare
che perché io fosse sì grossollano che io no chonoscesse che chi à a fare mecho
chonosce e no mi facano sì di sortta. E, per lo corpo di Dio, se no fosse per
amore di voy may no ne arey
venduto pello che io paglio falsso di quello non
sono e più di 10
balle non è may
venduto per la bontà sua: non è rimaso se none
per la falsità d'
insachalla e a me pare no 'l doveano fare. Quanto soe e posso
tuto iscrivo a
Bresca e altrove che siano
spacciate: vedarete che sarà e chatuno
faca suo dovere. Se io òe tortto sono contento di stare a ragione: fate pure che
i vostri facano se debono. Dicono ne ànno
chomprato le
centinaia di
balle in
questi dì per brescani e berghamaschi e che si tenghono otimamente servitti: può
essere ma e non fa questo nulla a me.
Ieri i detti vostri di
Pissa mi mandarono a
paghare
f
. 436 in dì 10 vista la
letera che
chostano 9 per cento che di qui a
Genova sono datti a 4 per cento.
Fanno molto di grosso e non òe voluto per onore di voy istare che io non abi
risposto a la lettera e farò il
paghamento al
termine ma asay si portano malle
di questi fati.
Di questa
lana si vedarà molto bene quello ne dè essere e quello che voy istesso
ne indicharete ne sarà e no né più né meno e forssi sarò più savio in altra
volta.
Io avendo ne' dì di prima da voy lettera che eravate per istarere a
Pissa
deliberay di
comprare 20
pezze di
panni di
lana fini a la
piana e di mandalli
loro a
Pissa perché molto me ne ànno sollecitato e dicono se ne farà bene e io
òe voluto provare con questi.
A dì 10 di questo manday a
Cremona a
Grighuollo Chalzavacha 4
balle di
panni
di
Mellano a la
piana
sengnate di vostro
sengno. E a
Grighuollo òe iscrito che
subito le mandi a' vostri di
Pissa: piacavi di scrivere loro che ne facano fine
quando e gl'arano e no facano a modo ussatto ma che subito diano a lo
spaco.
Sarà con questa primo
leghagio di dette 4
balle: piacavi di mandallo loro e
chome vi pare li iscrivete che nel vero io sono forte isdegnato con loro ed òno
ragione.
Io stoe de dì in dì con la bocha apertta atendando che
Tieri vengha qui e no so
chome tanto dimori. Ò voglia di
scontare le nostre ragioni e di fare
resto e
oltre a cò ò voglia d'
abocarmi con voy perché si vegha se io sono may moso fuori
di ragione o no che
Boninsengna si dolleva perché io lli mandava a
paghare
inanzi si
chambiasse la
moneta
f
. 900 a 22 per cento. E rimasemi adosso
danari
assay di quella
moneta perché da
Avostino Prina mi mandarano a ricevere
f
.
300 a 20 per cento che ne fue
paghato presso al
chambiare de la
moneta a 8 dì.
Compray
arme per
fiorini mille e no ne à voluto
Boninsengna punto: sonone riuscito con
danno di
f
. 200 e anchora non òe i
danari. Per la fé che io porto a Dio sono uscito fuori di me vegnando che
Boninsengna mi iscrivea sì a la trabucata e dovea avere da lui più di
f
. 2.000
che no l'avea aspettato asay perché tuto dì mi iscrivea mi soprastesse di
mandare a
paghare il più che io potesse poi mi dovea dare più di
f
. 2.000 di mia
ragione: non so che diavollo fosse tanto inormità a scrivere chome e fece.
Di queste chosse voy sarette qui e di piano la vedarete e so bene sette sì fatto
no vorette altro altro ch'al dovere e quando altro fosse più may no mi fidarò di
persona. Sopra questo ò deto forsse più non si choviene.
E mi piace molto siate venutto a stare a
Firenze in una bella
chassa e se avete
vostro piacere molto mi piace. E se io venisse a
Firenze verey pure in quelle
manificenzie: so bene sette pieno d'ongni grazia da Dio e avete la
verdura
chossì d'
iverno chome di
statte. No fatte però beffe di vostri amici che sono da
la
Magna bassa: no poso mutigiare chome fate voy.
E mi piace abiate in
villa bella chossa per ripossare a dilleto con madona
Margharitta: chossì fa chi puote e no chi vuolle!
E no vi maravigllate se io vi iscrissi che chome che fosse da la mia parte no si
partirebe may l'amore da voy, fu' cordialle chome vi iscrisssi. Ma voy che
avette il podere e 'l saperre vi truffate di talli chome io sono: prechovi che
io no vi rincrescha perché alchuna chossa dicesse vana chome che in altre io ve
ll'abi iscritto e a me pare villania a dirne di più. Ma se verette a
Mellano e
no veneste a smontare in
chasa vostra no ver
ò dove vi siatte.
Del vostro bello iscrivere con cotante piacevolleze di dire mi vorette sempre
bene e vada chome la possa mi pare una salvaticheza a dire tosto. Io da
principio de la mia natività mi misse uno
mantello adosso e quello intendo di
mantenere se a Dio piace mentre ch'io viva.
Sette avissato di
fustani tolti a
Cremona per voy e per me e setene contento. Ma
ditte che il più ch'io posso mi tengha di mandare a
paghare
danari insino al
tempo e che
montarà buona
soma di
danari e dite vero.
Le prime 24
balle mandamo insino a dì 8 di
febraio a
Vingnione e insino a dì 12
di
gienaio mandamo 7
balle di nostri
sengnalli finissima
roba.
E da
Boninsengna abiamo lettera che le dette 7
balle à ricevuto e subito
spacciate a
Marco di mona
Lissa. E dice istando i
chambi per
Genova qui a 7 in 8
per cento che se ne fa di prò 10 in 11 per cento ma e v'era fallito però che
chambi sono puoy
challati di qui a
Genova a 4 per cento e questo è perché qui à
grande dissago di
danari e uno non se ne truova.
I
fustani di
Cremona che abiamo
comprati sono di
sagitaro,
schudo,
corneto,
staffa e sono di migliori che may n'andasono a
Vingnione. E di queste 24
balle
non mancha a essere
paghatte
f
. 400 e da voy nullo n'abiamo
ritratto né simille
de le 7
balle. Istaròmi il più che io potrò: sono questi
Sondollati sì amici che
se avesano bixogno di
danari sanza doverne dare loro ed e mi richiedesono li
secorarey, chossì fanno a me e atendo de dì in dì mi mandino a
paghare lo resto.
L'altre 24
balle sono in chamino e domane l'atendo qui e chome ci fieno le
mandarò a
Vingnione.
Quanto più potrò mi starò di mandare a
paghare ma quando più no possa farò chome
io potrò.
La
chompangnia di
Piero di Sasso è a chapo con
Arighuollo Ventre insino
a questo
challende passatto, la chagione sie che
Piero di Sasso mostra
d'anemo di fare poco. È richo e non à
figliollo né
figliolla: penso si vengha
ritraendo de dì in dì chome che anchora fa fare di
fustani in
Cremona.
Io sento che una
chompagnia è fata tra
Arighuollo Ventre e
Arighuollo da Ruginello
e
fratelli e fanno una
botecha presso a la vostra ne la
chassa di deto
Arighuollo per
vendere in
grosso e a
minutto
fustani,
arme e
merce e più volte
m'àno fatto avochare se io voglio parte che io l'aconci chome vogla: no li ò
dato may audienza.
A' fatti di mona
Lissa che ditte che ditte a
Firenze non è da fare conto
d'aconcare il fatto, or sia col nome di Dio. Preghovi o a
Firenze a
Vingnione me
ne chaviate le mani chome vi pare ma che io abia il mio e voy ne fate per me la
sichurttà in
Vingnione. Che Idio me ne vendichi poyché io no poso.
Io no sento che a
Vingnione sia pericollo insin'a qui di
traffichare e no mi
pare abiate a dubitare siando i vostri fatti ne l'ordine che li lascaste che
quando bisognase che la chosa fosse dura io v'andarey in persona, no mi pare
sarà di bixogno e a Dio piaca.
Le nostre done si mandano racomandando a voy e a mona
Margharita e salutamovi
100.000 volte. Mandovi questa lettera per
Pane Perduto fante con una di
Lodovicho di Bono. Dio vi ghuardi.
Bascano da Pescina di
Mellano.