Letto ch'ebbi a
maestro
Lorenzo tutto quello bello e ingegnoso
scritto del
Collegio de'
Medici bolognesi, quando tutti stretti andarono a
pigliare l'acqua della
Porretta, stretti dico dal
Comune di
Bologna; lo
quale feciono dopo la lor tornata in
Bologna; ove, frall'altre cose, vidono
in lei grande frutto nell'orinare, e nettare di
pietra,
fianco e di
renella per
tre
anni; rispose
maestro
Lorenzo: Lodarei e lodo questo
bagno per
Francesco; ma temerei tanto, che dopo l'acqua presa que' XV o XX
insino in XXX dì, che vuole lo scritto ch'altre si guardi da certe cose, che
Francesco no lo osservasse; che per questo non ne lo ardirei a
consigliare. E insomma la guardia è; non toccare acqua, darsi buon
tempo sanza pigliare affanno, non mangiar
frutte, nè
arrosti, nè
legumi,
nè
fritti; e il tutto guardarsi dalla donna, detti
dì. E dice quello scritto, che maravigliosamente rende l'acqua detta
l'udire perduto degli orecchi, e l'appetito, e bello colore; e ingrassa; e
nulla nuoce al parto ch'è in corpo; tutto pigliandola in quella forma che
lo scritto insegna, non come i pazzi
lavoratori. E a niuno diè mai dolore
al corpo, quando si piglia. E dice la scrittura, che facendola venire in
barili, tosto si corrompe e perde il vigore suo. Consiglivi Dio: e io non
vegga mai Dio, se
Mazzeo non ne consigliasse, e vivesse,
padre mio che
fu. Iddio vi consigli.
O monna
Nanna, perchè non se' mia donna, e io
Barzalone! col detto
scritto; chè sanza esso, è cosa bestiale, per non sapere la natura sua. -
LAPO vostro. X di
luglio.