Cari maggiori miei. El vero è, che sapevo che el termine che per me aveste
de' tre
mesi sono passati, di cinquanta
fiorini, di che faceste
scritta per me.
E ho avuti essi più die; ma avevoli
conti in
moneta, e
Tanfuro mi doveva dare
certi
fiorini. Holli aspettati per sua impromessa più die, e di die
in die: e oggi dice fermamente darmili. Se mi li darà, sta bene, e
mandarolli domane; e se non mi li dà,
comprerolli stasera, quelli che mi
mancano: e con essi e sanza essi, mandarò con questa lettera a voi cinquanta
fiorini per l'apportatore d'essa lettera: e mando anco una lettera a voi, che la
facciate dare a
Gherardo e
Antonio di Iacopo Canigiani, alla
tavola di
Luigi di Piero Canigiani (che ne fui servito a loro posta), che faccino
acconciare e detti
fiorini, averli avuti. E voi anco prego che li facciate
acconciare. E perdonatemi, che 'l bugiardo sa dire bugie: che cotanti die sono
che li doveva fare
pagare costà a
Firenze; e
ser
Schiatta m'ha tenuto in
novelle, e ora vorrebbe levarne tanto, che n'arebbe a
vendere poco, e io non
voglio. Chieggo perdonanza e voi, come debbo; e grande mercè. E io sempre vostro
servo. E Dio v'allegri. -
Maestro
LORENZO del maestro Agnolo medico da
Prato, si raccomanda ec
..
In
Prato, die II d'
aprile.
Questo die, fatta la lettera, ho trovato
Domenico di Giovanni,
ambasciadore del
nostro
Comune dinanzi a quelli dell'
Estimo, el quale v'arreca e predetti
cinquanta
fiorini. E Dio v'allegri.
Savi uomini
Francesco di Marco e
Stoldo di Lorenzo, in
Firenze al loro
fondaco, suoi maggiori.