Al nome di Dio. A dì 26 d'
ottobre 1397.
Istamane, per
Dino del Boda, ti scrisi quanto alora fu di
bisongnio, sì che per questa c'arà meno a dire; e per lui ti mandai
dodici
pani e una
chopia di
chacio marzolino, e da te non n' abiàno
auto risposta.
La chagione di questa si è per avisarti di quelo che s'è fatto ogi,
che so che n'arai piacera. La
chalcina da l'
orticino è
loghora e domane
lavo
reranno a l'
aia ed ànno auto uno bello tenpo ed ànno
ispe
ntto
quatro
mogia di
chalcina a l'
orticino ed uno
mogio n'àno
ispetto ne'
giardino per lo
forno, e sonsi arechate
pietre e
matoni e
rena e
chalcina e quele chose sono istate di bisongnio.
Piero di monna Melina dice che no' chocerà a vale a questo
tenpo, ed à della
chalcina asai, e dire è buona e dà bello
lavorìo
e be' chotto, sì che, pertanto, avisate quelo volete si facia.
Noi crediamo che tue ci sia o domane o l'atro, sì che, pertanto,
non ci istendiamo in dire più oltre: che Idio ti ghuardi senpre.
per la tua
Margherita, in
Prato.
Franciescho di Marcho da
Prato, alla
piaza Tornaquinci, in
Firenze, propio.
1397 Da
Prato, a dì 27 d'
ottobre.