Al nome di Dio, amen. A dì 5 di
gungno 1396.
L'utima vi mandai dì 30 de l'altro co lettera de'
Manini, arete aute e
risposto. E vostre lettere non ò poi e ora non è a dire.
Come vi dissi le 2
scharlatte ò aute e mostrate e per anchora non se n'è
fatto niente né profertone niente. Sono di perfetto
cholore ma potrebono
eserr più finì: ora i' ne farò mia posa finilli e 'l più tosto si potrà e
voi aveserò.
E se non si trovasse da finille a'
pregi douti ed e vi paresse di
ritaglialle, non se ne farè altro che bene, e dalle a 2 amici nostri di qui
che faranno il servigio se venissi a partire per eserr costà. Fate conto
dovrebono ritornare a
ritaglialle da
braccia 41 in 42 e s'arà del
bracio da
lb
. 4
s
. 5 in
s
. 10. Parendovi da fare questo, non potendo altro, ditelo e
i' vi dirò di continovo che farò.
Atendo i
cotoni manda
Zanobi da
Vinegia e apresso voi abiate detto
sopr'essi quanto a seguire se n'à al finilli, o a
danari o tenpo, o tornne
tanti
fustani fra 2
mesi com'è mè, se vedessi da fare e più utile. E
venendo a ciò areno bene a fare con buone persone che cc'atteranno quel
promettono.
Non partirò di qui insino non so quelo s'è a fare di questi
cotoni e che
qui sieno arivati a cciò che, se potrò, a dietro non mi lascierò niente.
La
roba ò da mandare manderò in questi 8 dì per
Brigha la magor parte. E le
balle 4 di
mercie sono a
Vercelli lasciereno andare per là per meno spesa e
anchora là non dovranno tropo soprastare perché si cercha di potere fare
altro chamino: fareno noi secondo faranno gli altri, che Dio la conducha!
Dicemovi chome ci fu
Antonio Manini e come questi
Boromei aveano a fare
co loro e mandati a
pagare loro
danari ed e rimandarono loro a dietro le
lettere del
chanbio e ànnoli sopra presi da
f
. 2.750 secondo dicono. Di
che, esendo qui detto
Antonio, non l'ànno voluto lasciare partire di questo
paese se prima non fa dare
siqurtà in
Pixa di
f
. 2.300, de
resto ànno
panni
di loro che
vaglono il
pregio. Il perché mandorono insino a dì 30 di
magio
1
fante propio costì a'
Manini che provedesono la
siqurtà fossi fatta in
Pixa. Ed e si partì di qui a dì 31 chon un di questi
Boromei in chonpangnia
insino a
Serrezana e di là non partirano che prima aranno risposta la
siqurtà sia fatta, e per questo modo è ito la chosa.
E mi richiedeva
Antonio promettere per lui
f
. 1.000: no l'ò voluto fare
perché non ll'ò da niun di voi e i' non vore' fare chosa n'avessi danno né
vergongna apresso.
E questo dì ò mandato a
Pisa a' nostri di
ragone di
Francescho propio
balle
3 di
fustani che ora n'ò mandate
balle 7. Restane a mandare 3: faròllo in
questi dì che saranno su.
E più v'ò mandato in un
fardello la
cotta per
Francescho.
Pesa
lib
. 27 1
/2
e la viene di
capitale
f
. 13
s
. 9
inperiali. Per altra vi dirò come a
'choncare saranno. Di
porto di qui a
Pixa non
costa niente e apresso qui di
dazio né di
riva, avetelo auto di grazia, e io alegerò i
ronzino al venire costà.
Altro non dicho. Cristo vi guardi.
De' fatti di
Francescho né di
Guiccardo non s'è fatto altro che detto
v'abi, ricordolo quando mi pare tenpo. Se
Guiccardo verà in costà vi dirò e
apresso io: quando vi sarò diren sopra cciò e se nne potrete prendere partito.
Tomaso di ser Giovani in
Milano.
Tenuta insino a dì 6 e di po' à cominciato a mandare
Francesco di Basciano
balle 5 d'
arme e
mercie per fornire la
bottega di
Vingnone che pocha
roba è
per la cominciata.
E sento
Ganino si dè partire in questi 3 dì per ire a
Vingnone, non me n'à
anchora detto niente come che dice d'un dì inanzi il saperlo se va. No vegio
la
bottega si fornischa in fretta: or qualche chosa arò da lui se potrò
anzi parta e dirolovi.
Insino a dì 4 per da
Genova ebi una vostra lettera de dì 11 d'
agosto e
visto quanto dite e, per 'l dire vi fo in questa, pocha risposta achade.
Da
Vingnone ò bene auti le
chopie de' chiesti per fornire la
bottega e
presso che dato fine a tuti cho la grazia di Dio e bene.
Sopra
conti di qui ve ne dicho a quelo ne siano: per me si solecita quanto
si può. Diròvi di dì in dì a che ne saremo.
E come v'ò detto,
Francesco dice vuole pure vedere sia
proquratore e questo
pocho monta da eserr o nno come gli ò detto e asegnate
ragoni che sono vere
e non di meno. E che per questo non resti, pure volendola vedere, ò scritto
a
Boninsengna la mandi e come l'arò vi dirò sopr'essa e inanzi la mostri
n'arò chonsiglio a cciò che sotto chaultera non andasono.
Vegio avete auto lettere dalla
Salvestra e quanto dice, sia con Dio.
Mandatele quelo vi pare di bisongno tanto che vi sarò e tosto, cho la
grazia di Dio, perché stia tropo non si può altro.
La
panziera
costò di primo
costo
f
. 13
s
. 9
inperiali e per
ottone per
orlala
s
. 5. Niun'altra spesa non ò
pagato però che di grazia ci lasciò il
dazio ch'arebe
pagato da
s
. 11. Solo
costa a ne
[sic] f
. 13
s
. 14 che sono
lb
.
21
s
. 10
inperiali e tanto mi dovete dare.
Dite volete 6
chamoscie per fare un
sacho per
chavalchare di che ne sarete
ben fornito però torò di quele ò qui per
Vingnone e sì ve lo manderò come
prima potrò e diròvi il
costo. Ancora vi guardi Idio.
Francescho di Marcho e
Stoldo di Lorenzo,
in
Firenze.