Al nome dell'amor Iesu Verbo incarnato, e della sua Madre santissima che ci
alattò si dolce frutto.
Carissimi e dilettissimi in Cristo dolce. Disidero che sì viviate, che sapiate
godere di qua e di là col divino amore. Niuno altro godere è vero, se non
questo: però ch'e Santi,
che di questo amor godetteno, in e tormenti trovòn dilletti; in povertà,
somma richessa; in nella morte trovòn la vita: si che di qua ci vien
procacciare, se di là voglia' godere in el beato regno. Questo non può dar lo
mondo: chè ogni piacere o dilletto mondano, ch'è fuor di Dio, seguita colpa, e
i'nell'atra vita no seguita pena; e anca in questa, rimorso di conciensia e
confusione di mente, co' no sasiarsi mai: chè Dio no ci ha fatti perchè ci
contentiamo in terra, e paciam pur di cose terrene; ma e' ci ha fatti per godere
il reame del cielo. E a queste isegnarci, si vestì quello Eterno Verbo della
nostra umanità, a inamorarci colla dolcessa della sua divinità, a mostarci la
via della santa carità: lo quale lo trasse e dal Padre fu mandato a isegnarci
umiltà; ch'esso dice: Imparate da me, o dilletti. In esso, ch'è via e verità e
vita, ci ispecchiamo, e ogni virtù impareremo, se lui vorrèn seguitare. Or in
Cristo dico che voi godiate, e cercatela colle sante opere, ad asempro de' Santi
Magi; correte co' passi dello amore a trovare e fare
oferta al Santo Bambino:
d'
oro, co' sante e divote orasione; icenso e
mirra, co' memoria della santa
passione. Pascetevi colla santa lessione, in udire lo divino oficio e le
prediche. Pensate, che breve è il tempo ci abiamo a stare: or ci dogliamo del
tempo male ispeso, e ricoveriàn questo pogo che ci presta.
Carissimo, voi ci faceste grande limosina in nella
chiesa; e godreste, se la
vedeste di qua; or di là ben ne godrete. Ora a a voi o alla donna chiegio, per
amor di questo grorioso Bambino, che ci
paghiate tante
carte, che noi iscriviamo
un
Pistolarum. Abianne gran nicissità; ed è monto buona limosina. Noi sia'
povere di
libri, e nicissità è: e noi ce lo iscriveremo. Frate
Angiulo, che vi
dà questa lettera, viene a
Pisa; serebemi caro che l'arecasse: e vi saprà dire
quanti quaderni,
cioè il
gosto. Lo
libro, ci ha ditto
Manno ci volete lassar doppo vostra
vita, l'accettiamo; e monto ci è caro ora il godiate voi. Cristo sia con voi. -
SUOR
CHIARA,
monaca in
Santo Domenico, in Cristo vostra.
Non posso far ch'io no vi abi chiesta questa limosina, tanto me la manda Iddio
i'nella mente: e poi che Dio vi vuol far participe delle messe che qui si
diceno (ben che ne siate), io non vo' far contra. Orate per noi; volentieri
oriàn per voi.
Credo fareste bene di far che
Manno consolasse la
madre d'acompagnarsi; e
serebe, credo, meglio per la sua anima; e voi ne sereste cagione. Parmi v'ha
amore e reverensia come a padre; e farallo più per voi, che per la
madre: non
credo a voi sapesse disdire cosa niuna. Or Iddio ci facia in ognia far fare la
sua volontà. È sì buon giovano; vorrei che vivesse come de' ogni fedel di
Cristo: credo mi intendete.
Francesco da Prato, e la Donna, carissimi in Cristo Iesu.