Al nome di Dio, a dì xiij d'
aprile 1397.
Po' che sono qui, non v'ò iscritto per atendere ad altro e non eser
di grande bisognio. Per
Arghomento n'ebi una vostra: risponderò
aprèso. Di
Gorgio nè de li altri
debitori nonn è altro a dire: fate chon
caschuno il meglio che potete. A quelo di
Chalendino non fate troppo
grande
chalcha: egli è persona che nne recherà quando e' n'arà.
D'
Antonio di Bonanno solecitane
Benedetto, ch'a llui lo 'npuosi.
Del
pane, atendi questa matina, e fate di mandarmi
lunedì mattina
quella
barletta di quello buono
olio ch'è in
chucina. E mandatemi la
copa, e 'l
mantello
azurino mi mandate, che lle sa mona
Margherita, e
fate
sanghuinare domattina le
mule, amendue, se gli è buono tenpo:
ditelo chon
Barzalone.
Piacemi che lle chose del
forno siano
iscritte; ma voliesi mettere le
dodici
some de'
fraschoni ch'egli à aute, s'elle non sono
iscritte a
libro, che credo che no.
Delle
chopie non fare nulla insino ch'io non vi sono: ghu
ardale
dal sole. In questa sarà la
scritta de'
panni sucidi; èci due
sacha, l'uno
è da
chalcina.
Diròvi chuando io vorrò le
mule e
vera'ci tu,
Fattorino. Fate in
chuesto mezo quello che potete di bene, e avisatemi a dì a dì de' fatti
di chostà.
Rachomandami a
meser
Piero, e digli che in questa ora io vo a fare
la sua facenda. Per chuesta non dicho altro. Idio vi ghu
ardi.
per
Franciescho di Marcho, in
Firenze.
Monna
Margherita, donna di
Franciescho di Marcho, in
Prato.
1397 Da
Firenze, a dì 13 d'
aprile.