Al nome di Dio, a dì iij di
lulglo 1398.
Per
Nani non ti pote' iscrivere perché partì in fretta, e anche non
ti pote' mandare nulla: manderotti di quelle chose ch'io t'ò a mandare,
chome io prima potrò. La chagione perch'io ti fo questa, si è perché
mona
Franciescha mi dice che le pare il melglo a fare fare i
bottoni
cholla
seta
nera che cholla
vermilglia, e simile anche gl'
ucchielli: e
però rispondi quanto ti pare da fare, e fallo domattina per
Arghomento
o per altri, acciò si dieno a fare; e mandami, per
Arghomento, del
pane, o per
Dino del Boda.
Sarà in questa una
scritta di
fiorini ch'i' ò fatti vedere al
tavoliere
che mi diè
Bernabò: dateglele. E chome puo' vedere per detta
iscritta,
e' detti
fiorini sono peggio ch'e'
fiorini gravi
s
. 18
d
. 11: e chosì gli
dite, e dite risponda se vuole ch'io gli
chanbi o quello vuole ch'io
faccia, e rispondi domattina.
Istamane non ti pote' mandare de'
poponi perché non ce n'à
molti, e anche sono chattivi: manderottene un dì che ce ne siano de'
buoni.
Richorda a
Nofrino
sarto che faccia la
ciopa mia.
Per fretta non ti posso dire altro. Idio ti guardi.
Per
Franciescho di Marcho, in
Firenze.
Mona
Margherita, donna di
Franciescho di Marcho, in
Prato.
1398 Da
Firenze, a dì iij di
luglio.