Al nome di Dio, a dì 18 di
luglio 1398.
Viene chostà
Pellegrino, i quale menerà la
chavalla perché
Nanni
ci vengha
sabato sera; e dite che rechi le
cesti grandi, e quanti
fiaschi
v'è, che voglio rechi di questo
vino vermilglo, ciò sono i
fi
aschi
nuovi grandi e quelli di mezo
quartto. Ma dove dice
sabato sera,
vengha
sabato mattina; alla
chanpana si partta di chostì, e rechi la
chatinella da
gialatina per modo ch'ella non si ronpa:
f
. uno ne vorebe.
E mandami dell
pane in quella
iscatola, quanto ve ne chape, che
chome ch'io ne credo venire
domenicha mattina, non te ne chalgla:
sarà buono per chostoro. Se pare a
Nanni, metta quella
chatinella
nella
paniera, al modo rechò la
gialatina e, dentro alla
paniera, de'
fiaschi se vi chapino di sotto alla
chatinella, e poi gl'altri, nell'una
delle
ceste, e da l'altra partte la
schatola dell
pane, e lla
paniera in sue
l'
arcione, ed elgli vengha a piè. E manda tutti i
fiaschi buoni o vechi o
nuovi: fae di raunàlgli tutti e, se tti parà, fae che domane facci fare
una
vesta a quelli chativi di
½ quartto, e manda quelli di
metadella:
darénne poi a chi ci parrà.
Se lla
ciopa mia è fatta, mandala, e lascierolla qua perché a mano a
mano c'arò a tornare chome arò parlato techo; e mandami uno
paio di
panni lini.
Per servire
Sandro Bocci, non ti mando
Pelegrino: provedete bene
questa
ronzina chome la rimena
Istefano, suo
filgluolo. Per fretta non
ti poso dire altro.
Bene vénono a punto le tue lettere che forse s'arebe fatto quello
perché ci venni: òtti fatto risposta per
Michele del Chanpana, che
partì pocho fa.
Per questa non ti posso dire altro. Che Idio di guardi.
Francescho di Marcho, in
Firenze.
Monna
Margherita, donna di
Francescho di Marcho, in
Prato.
1398 Da
Firenze, a dì 18 di
lulglo.