Al nome di Dio, a dì xx di
giugno 1405
Abiamo auto vostra lettera de dì 30 del pasato e visto quanto dite.
Rispondiamo.
Rimangniamo avisati come ricievesti le chose che avemo dal giudeo. E
lie 2 pietre dite vi mànchono, none sapiamo niente, che quello avemo
vi mandamo e niente ci rimase; sì che se non avete
paghati a' nostri
le spese vi faciemo, chome siete avisati, gli
paghate e avisatene.
Come voi dite que' d'
Angniolo di ser Pino ci lasciorono
prochuratori
sopra cierti
danari debono avere da
Meolo Papalardo. E questo
Meo à
voluto fare cierto acordo co'
chreditori e per anchora non è fatto
niente. Noi abiamo anchora ad avere noi dal detto, e ongni volta si
venisse a fare niente ne faremo de' vostri come de' nostri e saretene
avisati.
E altro non diciamo. Idio vi ghuardi. Per costà 47 1
/4;
Genova,
lb
. 7
s
. 16.
Antonio e
Doffo e
conpa
., in
Ghaeta
Franciescho da Prato, in
Firenze
1405 Da
Ghaeta, dì 4
luglio